E’ spaccatura tra le sigle sindacali di Multiservizi: lo strappo è dovuto ad un volantino diffuso in azienda questa mattina. Il volantino è senza firma, ma sembrerebbe che sia stato scritto da alcune sigle sindacali. Volantino zeppo di accuse infamanti, dirette a Fabio Foresta (Cgil) e Egidio Nasuto (Cisl). I due sono stati presi di mira dopo essersi dissociati da un comunicato stampa falsamente attribuito a tutta la rsa aziendale. Di seguito si riporta la loro risposta e versione dei fatti.
Dovute precisazioni di “topi” coraggiosi: ci sarebbe da rimanere esterrefatti, conoscendo la qualità politico-sindacale degli estensori del documento, alla luce dei contenuti dello scritto(senza data e firme) fatto circolare da fantomatiche organizzazioni sindacali aventi quale capofila la sigla della Fiadel.
Nemmeno desta sorpresa e meraviglia il tono semi-sarcastico del documento (contenente anche diversi errori di grammatica e sintassi), ma è il caso di attestare che la loro reazione ci inorgoglisce in quanto crediamo che tutti, tranne gli estensori, possano impartire lezioni di vita, sindacali e/o di norme di comportamento civile.
Nella fattispecie, per quanto concerne la competenza dei lavoratori e quindi delle sigle sindacali, dobbiamo riscontrare la inattendibilità delle asserzioni formulate in quel pseudo – documento (SENZA DATA E FIRME) fatto circolare, ad arte, dai colleghi sindacalisti in quanto (tanto solo per amore della verità) non è tenuto il sindacalista a mettere il becco in questioni che riguardano, solo ed esclusivamente, il management aziendale, poiché tanto attiene ad eventuali responsabilità che sono del tutto soggettive, oltretutto imputabili unicamente allo stesso management. Il ruolo del sindacato deve essere indubbiamente propositivo, costruttivo e di controllo, ma sicuramente non prevede il coinvolgimento nella gestione, almeno per quello che attiene il contenuto delle normative che inerenti le corrette relazioni sindacali a partire dal D.lgs. N°29 del 3 febbraio 1993. A questo punto è proprio il caso di domandarci quale sia il vero motivo per il quale questi paladini dei lavoratori ricordino solo oggi “questo andazzo”, CONSTATATO che sono proprio tanti anni che in questa azienda non viene esperita alcuna gara pubblica. Oggi, visto che i tempi sono cambiati, gli scriventi condividono la scelta di un serio processo di risanamento dell’azienda attraverso l’affidamento di nuovi servizi che il comune mette a disposizione e che si punti, almeno stando alle dichiarazioni di intenti del management e della proprietà, verso una gestione cristallina (che verificheremo costantemente) dell’azienda, mentre non consentiremo che alcune sigle sindacali, e/o qualche personaggio in cerca d’autore, possa posizionare il classico bastone tra le ruote di questo processo di rinnovamento aziendale.
L’amore è un grande sentimento cristiano, è il sale della vita, e chi vive l’amore ne assapora il gusto, e nella stessa dimensione viene naturale, per chi scrive, amare l’azienda e la verità. Quello che risulta facile intuire dal tono e dall’acredine di chi ha redatto quello scritto (chi scrive?) è che, qualora il management tenesse fede agli impegni assunti, taluno potrebbe patirne gli effetti, in quanto non sarebbe più tanto semplice “sciabordare” nel rapporto diretto con i fornitori. In questa azienda, abbiamo più volte criticato l’acquisto di 1.000 scope al mese chiedendoci, a più riprese, dove fossero finite le 12.000 scope all’anno acquistate. Di questo, i sedicenti sindacalisti non si sono mai occupati, ma hanno sempre considerato normale questo modo di gestire. In questa azienda diventa addirittura normale,a loro avviso, che un lavoratore di 7° livello (quasi un quadro dirigenziale) possa rappresentare sindacalmente i lavoratori; vogliamo solo provare a ricordare prima a noi stessi e poi ai nostri colleghi quanto accaduto qualche anno fa ad un dipendente che svolgeva entrambe le funzioni (sindacato e azienda). La persona in questione è stata obbligata, dai quadri sindacali attuali, a rassegnare le dimissioni, mentre oggi qualcuno, tra loro stessi, si trova nella medesima condizione.
Ci hanno indebitamente, e falsamente, accusati di difendere la nostra posizione, orbene adesso è il caso di scoprire gli altarini, la nostra storia è nota al pari di quella degli altri, e sicuramente tutti i lavoratori sanno bene che gli scriventi non sono animati da alcuno spirito di emulazione per chi oggi, ingiustamente ed indegnamente, mette fango nel ventilatore. I veri lavoratori non sono quelli che percepiscono superminimi da capogiro (e chi afferma di rappresentare i lavoratori ne percepisce uno di circa 800 euro), mentre siamo convinti che nel pretendere rigore nella gestione aziendale siano gli stessi lavoratori (visto che i management passano, i lavoratori restano) a dare l’esempio rispetto a quanto si pretende producendo risultati, quindi apportando quei vantaggi per i quali il superminimo viene erogato, quindi servizi migliori ed efficienti che per ricaduta si riversano sulla città e sul cittadino.
Su tutti i tavoli di confronto abbiamo da sempre condiviso la necessità di ottenere dall’azienda il pagamento al Fondo Previambiente e contributi Inps, ma questo è il ruolo naturale di chi espleta la propria funzione, pertanto non intravediamo un motivo serio, ed in attinenza, per il quale questi personaggi si debbano scagliare violentemente verso altri lavoratori, additandoli addirittura quale capolinea della ricezione di presunti ordini superiori. Anche in questo caso, e ci spiace tanto ricordarlo, non nutriamo spirito di emulazione nei confronti del “collegio accusatorio”, in quanto poco, o per nulla, avvezzi a ricevere ordini e/o disposizioni dalla politica, o da uomini politici, né tantomeno siamo abituati ad essere subordinati alle forze politiche.
Questi signori sono privi di qualsiasi forma di autonomia partitica e/o di pensiero, anzi sono solo degli automi alle dipendenze prima delle passate gestioni (con tornaconti personali di non poco conto), per poi divenire all’occorrenza, dopo complicatissime trasformazioni e passaggi, dei neonati sudisti.
Per quanto concerne, infine, l’ignobile metafora con le navi che affondano, sarebbe salutare ricordare a questi esperti e navigati uomini di mare che, sicuramente, meritano molto più rispetto e stima “i topi” (nell’esperienza marinara scappano mentre la nave affonda), ma che nella situazione di Multiservizi restano coraggiosamente a bordo per contribuire a salvare la nave (azienda) con tutto il personale a bordo (lavoratori), che i novelli e degni emuli del “Capitano Schettino”, i quali già alle prime avvisaglie di burrasca, scivolano di soppiatto nella prima scialuppa di salvataggio, abbandonando tutto e tutti a salvaguardia della loro misera condizione di capitani coraggiosi. Continuando tranquilli nella traversata non resta che augurVi buon viaggio, raccomandandovi pervicacemente di non angustiare i vostri generosi cuori con la preoccupazione, in alcun modo, della nostra tutela (e possibilmente anche di quella dei lavoratori) per il prosieguo della nostra navigazione lavorativa.