Le novità e le stravaganze non sono mai troppe quando si tratta degli Scavi di Pompei. Dopo i clamorosi crolli e il dietrofront francese ecco spuntare un’altra sconcertante notizia sul fonte della città sepolta. Un furgoncino campeggia al centro del Foro tra i turisti che proseguono la loro visita incuranti dell’accaduto. A immortalare lo strabiliante episodio è stata l’Associazione Nazionale Archeologi che ha postato il relativo scatto sul suo contatto Facebook. A fronte della inusuale visione viene lanciato un quiz degno della migliore tradizione vacanziera: cosa ci fa l’oggetto misterioso all’interno degli Scavi? Sarebbe quasi un aneddoto ameno se non riguardasse uno dei siti archeologici più importanti del mondo, tutelato dall’UNESCO e visitato da tre milioni di turisti ogni anno che vengono ad ammirare l’incanto di una città romana fermata al 79 d.c. dallo scoppio del Vesuvio. L’avvistamento, d’altronde, risale al 5 luglio scorso e riguarda un mezzo autorizzato all’accesso nell’area archeologica in orari in cui il monumento è chiuso al pubblico. Tutto in regola, o quasi, dunque. Tuttavia quella foto, che appare quasi come un surreale fotomontaggio, ricorda da vicino la video inchiesta del Corriere della Sera che solo pochi anni orsono denunciava la raccapricciante presenza di bobcat tra le mura romane; mentre un inquietante rumore di martello pneumatico scandiva un sinistro sottofondo degno di un film dell’orrore. Il resto, i crolli e le defezioni, sono storia recente, e quel suono come un requiem arriva fino a noi mentre le ferite, come la Schola Armaturarum, non sono ancora rimarginate e i finanziamenti privati si allontanano insieme alla speranza di salvare Pompei. La sensazione, ormai, è di un sito fuori controllo dove l’anomalia si fa norma e non desta quasi più scalpore, laddove fatti eclatanti come questo non fanno che confermare l’incuria generale. Pompei, dunque, si cancella a poco a poco e la sua storia sembra la cronaca di una morte annunciata. Ma chi verrà a ricostruirla? Noi no. Ma possiamo essere di certo orgogliosi per aver messo tutto il nostro impegno per trasformare delle stupende rovine in delle inguardabili macerie.
Claudia Malafronte