Riunione della commissione Finanze da poco conclusa a palazzo Farnese: il documento del bilancio di previsione passa con 5 “sì” e 4 “no”. I voti della maggioranza di Bobbio sono dei consiglieri Cimmino (Pdl), Ungaro (Pdl), Amodio (Udeur), Esposito (Stabia Rialzati), De Iulio (Insieme per Castellammare). I “no” dell’opposizione: Ciliberto (Sel), Russo (Pd), Sicignano (Fli), Gargiulo (FdS). In attesa del consiglio comunale di domani mattina in cui si discuteranno in via straordinaria alla reggia di Quisisana i seguenti punti all’ordine del giorno: conferma addizionale Irpef, Imu, piano annuale consulenze, bilancio previsione 2012 e ricapitalizzazioen Terme di Stabia. In attesa del voto di domani i consiglieri Carrillo (Pdl) e Gargiulo (FdS) lanciano il loro appello ai colleghi dell’Assise comunale.
“Il bilancio di previsione di un’Amministrazione Comunale rappresenta l’unico atto politico, di alto spessore, che un consiglio comunale possa produrre nel corso dell’anno. Infatti tra i meandri dei numeri si nascondono, per non dire che si mascherano, quelle che sono le necessità di realizzare il progetto politico, o quello delle lobby interessate, della coalizione che sostiene il sindaco e la giunta. Risulta spesso pesante ed incomprensibile per i cittadini, qualche volta anche per molti consiglieri comunali, tanto che anche gli addetti ai lavori tentano di eluderne la discussione trasformandolo in una sorta di “mercatino” di scambio per ottenerne vantaggi, privilegi e/o prebende. Per redigere questo strumento, che disciplina la vita dell’ente e della città, bisogna tenere conto delle entrate che debbono obbligatoriamente corrispondere alle uscite, quindi i conti debbono tornare sempre in pari. Quindi ai minori trasferimenti da Stato e Regione, i tributi dovrebbero rimanere invariati per i cittadini e interessi fissi sui mutui, producendo risparmi sulle bollette, prevedendo nessuna spesa extra per gli uffici comunali (per esempio a Firenze il -10% anche sull’ufficio del sindaco Matteo Renzi), e aumenti su servizi (dai cimiteri alle mense scolastiche, per i più ricchi) e sul suolo pubblico. Queste semplici indicazioni andavano condivise al tavolo dei partiti della maggioranza prima, per diventare oggetto di discussione con le forze sociali (sindacati, associazioni e cittadini) in modo da agevolare la costruzione di un bilancio partecipato figlio dell’informazione e della trasparenza amministrativa. Questo percorso avrebbe sicuramente contribuito ad evitare lo squallido spettacolo del “mercato delle pulci”, che in queste ore dà il peggio di sé, ed al tempo stesso non avrebbe certamente consentito che alcune entrate fossero sovrastimate rispetto alla loro reale potenzialità. Questo il punto più delicato della questione, infatti, l’amministrazione comunale pur disponendo di un preciso riscontro dato dalle proiezioni di introiti certi, in particolare poi per questa occasione visto che per 9/12, questo bilancio di previsione, risulta essere diventato un consuntivo, quindi molto più semplice nello specifico per valutare congruamente le macrovoci di entrata tipo Imu e alienazioni immobiliari, o per quelle in uscita in relazione alle consulenze, incarichi professionali e superflue spese di rappresentanza che ad occhio e croce si aggirano sui 600.000,00 euro spalmati tra macro e microvoci nel bilancio dettagliato, strumento che è diventato l’araba fenice per i consiglieri comunali stabiesi, considerato che nessuno, pur avendone fatto richiesta, ha avuto la possibilità di poterlo consultare. In questa occasione si rileva che, l’atteggiamento che assumerà ciascun consigliere comunale presente in aula, deciderà il futuro di questa città in merito ad un eventuale dissesto finanziario che potrebbe portare la stessa a non poter più programmare il proprio futuro, con gravi ed innumerevoli danni per i cittadini che, con questa configurazione, sarebbero costretti a pagare le imposte comunali con le aliquote al massimo, così come prevede la normativa, in relazione ad Imu, Tarsu e balzelli vari. Quindi, non solo il voto favorevole potrà determinare questo drammatico evento, ma anche la scelta di “non partecipare al voto” significherà aver aderito ad una decisione che determinerà una immeritata empasse amministrativa per Castellammare. Nessun confronto c’è stato sull’intera questione, a partire dalla contestata delibera giuntale 110/2012, poi rivisitata e corretta con la 118/2012, dove si concretizzava la “finanza creativa” di un settore nevralgico per la tenuta amministrativa e politica dell’Amministrazione in carica che, attraverso un tortuoso percorso, mai ha inteso condividere l’unico, fondamentale, provvedimento che consente un’azione di governo di una coalizione coesa e determinata. Sono stati richiesti, nei termini prefissati, dei correttivi da apportare attraverso emendamenti mirati; ma la risposta negativa ricevuta è sicuramente da considerare in ordine alla regolarità contabile ed alla copertura finanziaria delle citate proposte di emendamenti, che sono serviti ad evidenziare la non veridicità delle previsioni di entrata, quindi la non compatibilità delle previsioni di spesa con il conseguente squilibrio di bilancio di complessivi € 27.312.430,10.
Tanto costituirà evidenza della sostanziale violazione di principi fondamentali soltanto apparentemente rispettati, con gravissimo danno per l’equilibrio finanziario dell’Ente.
Ecco come il voto al bilancio rientra e ricade nella diretta responsabilità consiliare e, in relazione al voto personalmente espresso, nella diretta responsabilità di ciascun consigliere; pertanto, un eventuale mancata adozione di provvedimenti correttivi da parte del Consiglio comunale al documento economico consegue, per l’entità dello squilibrio di bilancio di complessivi € 27.312.430,10, l’obbligo di deliberazione dello stato di dissesto finanziario, ai sensi dell’art. 246 T.U.E.L..”