Il sangue era già liquefatto ed al cardinale Sepe non è restato che annunciare l’avvenuto prodigio prendendo nelle sue mani la teca con le reliquie del Santo. “Viva San Gennaro”, ha detto dall’altare il presule commosso, erano le 9 e 11 minuti. L’evento prodigioso, infatti, si era già verificato quando le ampolle sono state prelevate dalla cassaforte in compagnia del sindaco, Luigi de Magistris, a capo della Deputazione.
E’ bastato poco, quindi, per rinnovare il miracolo, segno questo, secondo la tradizione, di buon auspicio per l’intera città e per i napoletani. L’usanza popolare vuole, infatti, che un ritardo annuncerebbe disgrazie e cattivo augurio per cittadini che abitano alle falde del Vesuvio.
Il consueto lungo applauso della folla presente nella cattedrale di Napoli ha salutato la liquefazione del sangue. Un evento atteso da migliaia di fedeli e che, da secoli, si tramanda tre volte l’anno: il 19 settembre, giorno dedicato al santo patrono, il 16 dicembre e il sabato che precede la prima domenica di maggio. In tutte le occasioni l’ampolla che contiene il sangue del martire beneventano viene esposta per poter assistere al miracolo.
Nei banchi del Duomo anche il governatore Stefano Caldoro, il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro e le più alte cariche della magistratura e delle forze dell’ordine.
Negli ultimi anni la città ha dovuto aspettare poco prima di salutare il miracolo. Nel 2005 il miracolo si è verificato alle 9.57, nel 2006 alle 9.37, nel 2007 alle 9.31, nel 2008 alle 9.43, nel 2009 alle 9.56, nel 2010 alle 9.22. Anche lo scorso anno la liquefazione del sangue del santo fu a tempo di record alle 9.11, esattamente come oggi sempre alle 9.11, indubbiamente, un ‘record’ rinnovato.