Così il candidato a sindaco Matteo Cosenza, direttore del Quotidiano della Calabria, sullo scandalo falsi rimborsi a Castellammare che ha coinvolto l’ex coordinatore della cabina di regia De Vita, il dirigente comunale Battinelli ( per loro l’accusa è di peculato). Indagato anche l’ex sindaco Bobbio per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio. «La giustizia farà il suo corso e saranno le sentenze a indicare la verità, certa o possibile, ma l’arresto di Francesco De Vita e l’indagine sul sindaco Luigi Bobbio e sul dirigente comunale Vincenzo Battinelli pongono in maniera evidente la necessità non più derogabile di diversi comportamenti etici». E’ quanto dichiara Matteo Cosenza, candidato sindaco di Castellammare. «Anni fa – continua Cosenza – ebbi il privilegio di curare, insieme ai familiari, un libro su Giovanni Amendola, il grande ministro nato a Napoli da una famiglia di Sarno e morto a Cannes a seguito delle percosse delle squadre fasciste. Tra le carte mi ritrovai una lettera, ancora religiosamente chiusa, e che riprodussi nel volume. Era stata spedita da un funzionario parlamentare al leader liberale e aveva l’intestazione “Camera dei deputati”. Su di essa Amendola aveva scritto “su carta che non dovete” e la rimandò al mittente, il quale, consapevole della lezione, non l’aprì e anni dopo la consegnò ai parenti». Cosenza conclude sottolineando che «è difficile immaginare che si possa pervenire a un così alto livello di moralità, ma è necessario, per Castellammare e per il Paese, che gli stabiesi e gli italiani riscoprano i valori dell’onestà e della correttezza nella vita pubblica. Non occorre una nuova etica: essa è chiara da sempre. Bisogna solo ricordarsi, quando si amministra un bene pubblico, che il denaro non è mio o tuo ma di tutti, e, quindi, non possiamo e non dobbiamo farne l’uso che più ci aggrada».