Da martedì è in scena l’occupazione simbolica dell’aula del Consiglio comunale di Napoli, insieme allo sciopero della fame, portata avanti da un gruppo di esponenti della maggioranza (ai quali si sono aggiunti anche alcuni dell’opposizione), che intendono così protestare contro il mancato sblocco da parte del Governo dei fondi per la città relativi all’adesione al decreto 174.
Anche l’assessore Marco Esposito ha aderito: “Aderisco anche io, assessore alle Attività produttive, all’iniziativa dei Consiglieri Comunali di Napoli, i quali hanno iniziato una forte azione di protesta presidiando la sala del Consiglio. La protesta nasce a difesa della dignità e dei diritti dei cittadini Napoletani, la mancata erogazione dei fondi di rotazione previsti dal decreto 174/2012, ha messo la città in ginocchio”.
Anche il sindaco de Magistris ha epsresso solidarietà: “Un’iniziativa che non può che trovare il sostegno del sindaco e che aspira a sensibilizzare un governo che, ancora oggi, risulta sordo al grido di allarme proveniente da Napoli. Un governo che non ha preso in considerazione le istanze che da mesi stiamo portando avanti, sollevando tutta la nostra preoccupazione per l’acuirsi del conflitto sociale, esortando al rispetto dei diritti dei cittadini, invitando all’attuazione della Costituzione per tenere viva la nostra democrazia”. Intanto il prefetto del capoluogo partenopeo, Francesco Musolino, riceverà una delegazione dei consiglieri.
“Occorre – secondo i parlamentari campani del Pd – che la situazione venga sbloccata nel minor tempo possibile. In un momento di forti difficoltà per i cittadini colpiti duramente dalla recessione economica, crediamo sia assurdo portare la città al collasso finanziario. Questo vorrebbe dire, tra l’altro, aumento al massimo delle tasse e azzeramento dei servizi pubblici”
“Il governo ha cambiato le carte in tavola – ha affermato il vice sindaco Sodano – quando approvammo la manovra di rientro per il deficit, non eravamo a conoscenza che la modalità di erogazione del fondo salva comuni era 20% all’inizio e 80% quando il piano del comune sarebbe stato approvato.” Poi ha aggiunto: “E’ da gennaio che aspettiamo quello ciò che il governo ci deve: siamo già al terzo rinvio da parte del governo, se non arriva la prima trance del fondo, nei prossimi mesi non potremmo pagare gli stipendi comunali, e a rischio ci sono quelli di ANM (trasporto pubblico) e ASIA (azienda igiene urbana), due aziende fondamentali per la città”
“Una volta terminata la campagna elettorale, i soldi arriveranno”, pensavano i più: ma così non è stato. In più, complice l’aumento delle dichiarazioni di predissesto dei comuni ed il conseguente aumento delle richieste di accesso al fondo, il governo, mesi fa, aveva deciso di stabilire regole certe per tutti emanando un Decreto Interministeriale che subordinava il tutto alla rigida revisione della Corte dei Conti. Se i giudici approvano il piano, i comuni hanno i soldi richiesti: ci si aspettava che l’adesione al piano di rientro fosse solo una formalità, quasi politica, e che in breve anche Napoli potesse ricevere i fondi che gli spettano. Così non è stato e ora si parla di tempi lunghi, forse luglio, perché la Corte dei Conti approvi il piano varato dal Comune di Napoli. L’unica speranza è che i parlamentari campani facciano pressioni sul nuovo governo (qualunuque esso sia) per far diminuire i tempi di attesa.
Mario De Angelis