Inizio d’anno caldo per la politica ercolanese. Le polemiche ormai inondano quotidianamente il paese diviso tra chi anela all’entrata in campo del primo consigliere eletto nel Pd Ciro Buonajuto ( attuale dirigente nazionale del partito nominato da Renzi) nella corsa per la poltrona a sindaco e chi invece resta fedele all’attuale primo cittadino Vincenzo Strazzullo ben determinato a rimanere nel palazzo di città per i prossimi cinque anni. Tra consiglieri comunali risorti da un letargo durato circa 4 anni e noti faccendieri politici pronti a tutto pur di garantire il proprio tornaconto a Ercolano si continua nella maggioranza dei casi a fare politica nelle piazze, nei vicoli, nei ristoranti, nei bar , insomma ovunque tranne che nelle sedi opportune. Sciacalli ben noti in città continuano a orbitare ai margini di un potere governativo che attualmente, concedendo poche briciole, potrebbe ri affermare la propria egemonia.
Figuri a cui evidentemente non è bastato un iter lavorativo lineare ( chimera per le nuove generazioni) e che neanche la spesso cospicua pensione riesce a distrarre dalla brama continua di “apparire” e “ trarre profitto economico” ad ogni costo. In questo guazzabuglio è possibile notare mobilità all’interno del comando vigili che poco o nulla potranno apportare ad un organigramma composto da operatori con anzianità di servizio superiore ai trenta anni ( per non parlare dei vigili parzialmente idonei per invalidità contratte in servizio).
C’è chi si concede persino il lusso, tra i consiglieri comunali e i signorotti della politica, di deridere onesti lavoratori, persone per bene che fuori da qualsivoglia intrallazzo sono costrette ad emigrare per poter eticamente sbarcare il lunario. Gli ercolanesi sembrano fortemente demotivati : si spera solo che il mare di guano che inonda giorno per giorno il territorio non si tramuti in onda impedendo ai residenti persino di respirare. Squadra che perde si cambia : a Ercolano invece si premia concedendo persino ad autorevoli membri dell’amministrazione comunale di criticare lo stesso governo cittadino…percependone però sistematicamente i dovuti compensi.
Alfonso Maria Liguori.









