Intervista esclusiva a Manuela Formicola, unica candidata napoletana di Scelta Europea (Scelta Civica) al PE

manuela formicolaAl Parlamento Europeo, circoscrizione meridionale,  per la lista Scelta Europea (Scelta Civica) troviamo la candidatura di Manuela Formicola, docente in Economia Sanitaria all’Università di Firenze ed avvocato a Napoli, da sempre impegnata sul tema caldo del lavoro e della tutela dei diritti, nonché studiosa di “Economia e management delle Aziende e delle Organizzazioni Sanitarie”.

Avvocato, dunque, quali sono i motivi che l’hanno spinta a candidarsi?
Seguo con estremo interesse, direi fin dalla sua nascita, il percorso politico di Scelta Civica per l’Italia. Ricordo il difficile momento che il Paese ha attraversato allorquando il Presidente Monti ha dovuto salvare il Paese dal default chiedendo sacrifici alle famiglie italiane. Dopo quella delicata stagione e le difficili e travagliate vicende di Scelta Civica, ciò che più mi ha convinto è stata l’adesione all’Alleanza liberal-democratica (ALDE) di Guy Verhofstadt; pertanto, quando l’on.le Antimo Cesaro (che ovviamente, ringrazio) mi ha chiesto un impegno diretto alle elezioni europee non ho avuto esitazioni ed ho accettato con grande entusiasmo.

Quali sono i partiti che compongono la lista Scelta Europea con Guy Verhofstadt?
Scelta Civica ha allargato i suoi confini di movimento civico e nazionale dando vita con altri soggetti a Scelta Europea, nel nome del comune riferimento all’Alleanza dei Liberali Democratici per l’Europa (ALDE), che interpreta al meglio, nel Parlamento Europeo, la sfida al consociativismo Socialisti-Popolari, che ha bloccato l’Europa in questi anni.
Più Europa per una migliore Europa. E’ questo il senso della presenza di Scelta Civica in Scelta Europea e del nostro sostegno alla candidatura di Guy Verhofstadt alla guida della Commissione Europea in alternativa al socialista Schulz e al Popolare-Conservatore Juncker.
Partecipa al progetto riformista e liberale di Scelta Europea, Scelta Civica per l’Italia del Ministro Stefania Giannini, Fare per Fermare il declino di Michele Boldrin e il Centro Democratico di Bruno Tabacci. In Campania i candidati di Scelta Civica sono il prof. Sergio Barile di Avellino e la sottoscritta. Inoltre, come sa, è possibile esprimere tre preferenze di cui una di genere. Insieme, ovviamente, speriamo di raggiungere il 4%.
Abbiamo deciso di essere promotori di una lista libera, concreta nei contenuti ed aperta a chi ha voglia di dare il proprio contributo per un’Europa dei cittadini e non dei burocrati e dei tecnocrati, prendendo nettamente le distanze dalla politica dello “spreco del denaro pubblico”

Qual é il suo progetto per garantire lo sviluppo del territorio attraverso i fondi europei?
L’Unione Europea eroga finanziamenti e sovvenzioni per un vasto numero di progetti e programmi (Fondi Strutturali e di investimento europei 2014 – 2020). I settori coinvolti sono: istruzione; salute; tutela dei consumatori; protezione dell’ambiente e aiuti umanitari. I finanziamenti europei devono necessariamente essere gestiti in base a norme rigorose al fine di garantire che l’utilizzo avvenga su criteri di trasparenza e correttezza. Essi rappresentano l’unica risorsa che oggi può consentire agli enti di programmare la spesa pubblica.
Due sono i principali finanziamenti europei: le “sovvenzioni” che riguardano specifici progetti e sono erogati in seguito a un “invito a presentare proposte e gli “appalti pubblici” che servono per acquistare servizi, beni o opere. Lo scopo è quello di assicurare il funzionamento delle istituzioni o dei programmi dell’UE ed i beneficiari sono le piccole imprese, i giovani e le organizzazioni non governative e della società civile.
I Fondi Strutturali e di investimento europei devono essere utilizzati come uno strumento di riequilibrio e ridistribuzione, nonché di coesione sociale poiché proprio l’art. 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) sancisce che, per rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale al suo interno, l’Unione deve mirare a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite o insulari.

Quali battaglie porterebbe avanti se venisse eletta al Parlamento Europeo?
A livello nazionale non c’è stata molta attenzione nei confronti di una vera politica di sostegno alle donne. Partirei proprio da lì. Può essere una coincidenza il fatto che l’esodo femminile verso gli altri Paesi è aumentato, così come il numero di donne inoccupate e disoccupate, proprio perché stenta ad affermarsi un concetto, un principio che è quello delle “pari opportunità”. Anche se devo dire che qualche segnale di controtendenza si avverte, nel momento in cui si cerca di affermare che la presenza femminile va assicurata nelle liste elettorali in posizioni vincenti e anche nei consigli di amministrazione. Il Parlamento italiano ha approvato una legge in questa direzione e si tenta di affermare un punto, che a me sta molto a cuore: il bilancio di genere. Esso rappresenta l’azione della Pubblica Amministrazione finalizzata alla realizzazione della pari opportunità di genere con scelte di priorità e spese che devono essere finalizzate a ridurre la disparità tra uomo e donna. Per esempio asili nido, strutture che consentano alle donne di avere la maternità e di lavorare.
Inoltre, con l’obiettivo di accelerare il processo di integrazione tra i Paesi dell’Unione e di costruire entro il 2025 gli Stati Uniti d’Europa, mi impegnerei per promuovere una politica di contrasto a ogni forma di corruzione o di uso scorretto del denaro pubblico, nonché di fornire libertà di scelta per i cittadini nei settori della sanità con principi-guida per le future riforme nazionali ed europee che assicurino la piena contendibilità della funzione.

Da docente e giurista, ma soprattutto da donna del Sud cosa farebbe per l’aumento dell’occupazione nel Mezzogiorno, visto che il tasso di disoccupazione ormai è saldamente ancorato alla cd. doppia cifra.
Siamo l’unico Movimento che ha un’ Agenda per il Mezzogiorno. Abbiamo chiesto al Governo di operare sui tutti i piani” del ‘Job act’. Per dirla col senatore Ichino, abbiamo un piano che, allo slogan di ‘sperimentare, snellire, semplificare’, si articola in 7 punti. Si parte da un codice semplificato del lavoro, per poi passare alla sperimentazione di un rapporto di lavoro più snello, flessibile e meno costoso. Ed ancora: sperimentazione del contratto di ricollocazione, promozione dell’occupazione femminile anche mediante lo sgravio fiscale selettivo, riforma delle rappresentanze sindacali e utilizzo dei cassintegrati in attività di utilità pubblica.

Avvocato, non le sembra, parlando dei problemi che affliggono la cd. terra dei fuochi, che i partiti non dicono nulla sulle bonifiche del territorio e qui si continua a morire?
Direi che si parla solo dei grandi problemi nazionali e nessun candidato ha una proposta per i territori. Ma occorre necessariamente ripartire dai problemi dei territori. Allora si, diciamo che la vicenda della Terra dei Fuochi rappresenta una catastrofe con conseguenze e danni incalcolabili che graveranno sulle generazioni future. Adesso più che mai occorre vigilare con estrema attenzione, adesso più che mai occorre la buona politica. Alle istituzioni chiediamo di fare presto e bene, nonché di vigilare affinché l’iter sia impermeabile alle infiltrazioni della criminalità.
La relazione sugli illeciti connessi ai rifiuti della Campania, approvata all’unanimità dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta, afferma che “l’apparato amministrativo in Campania ha favorito in larga parte interessi sostanzialmente illeciti ed il danno ambientale che si è consumato è destinato a produrre i suoi effetti in forma amplificata e progressiva nei prossimi anni con un picco che si raggiungerà, secondo quanto riferito alla Commissione, fra una cinquantina d’anni”.

Lei cosa propone su tale delicata vicenda?
In Campania, in molti casi, le società che operano nel settore dei rifiuti sono riconducibili alla criminalità organizzata.
Occorre necessariamente porre il problema dei rifiuti in Campania come priorità nazionale. Ciò espone l’Italia a sanzioni gravissime da parte dell’Unione Europea, che ha avviato procedure di infrazione per violazione delle norme comunitarie. La vicenda concernente le ecoballe, costituite da 6 milioni di tonnellate di rifiuti in siti di stoccaggio che avrebbero dovuto essere provvisori e che hanno finito per trasformarsi in discariche a cielo aperto, è emblematica della proporzione di ingestibilità delle problematiche dei rifiuti nella regione.

Le proposte vi sono: speriamo vi sia il necessario consenso per realizzarle.

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