Il sindaco con la bandana arancione non esiste più. Oggi siamo difronte ad un politico cresciuto in fretta e dai politici ha acquisito tutti i peggiori “pregi”.
De Magistris pensa a ricandidarsi o quantomeno pensa a continuare a giocare con la politica. La coalizione che lo portò a Palazzo San Giacomo, praticamente, non esiste più. Molti dei suoi “primi cavalieri” o li ha cacciati, o li ha dovuti cacciare perché coinvolti in qualche scandaletto, o se ne sono andati.
Qualche consigliere si è trasformato, si sa i salti della quaglia non mancano mai, e soprattutto anche lo stesso sindaco ha dimenticato, chissà dove, la tessera dell’Italia dei Valori sotto i cui colori agguantò, grazie ad una serie di congiunture favorevoli che difficilmente potranno ripresentarsi, la fascia tricolore.
E allora Luigi de Magistris esordisce dicendo che guarda al Pd ed a Renzi con interesse, che potrebbe essere tentato da quella grande apertura alle forze moderate. Secondo Giggino, Renzi ha bisogno di lui. A dire il vero sembrerebbe proprio il contrario.
Il sindaco di Partenope ha bisogno di essere sorretto dalla politica, possibilmente da quella che, ora come ora, conta e riscontra il consenso. Far diventare solido tutto quanto in tre anni di amministrazione del capoluogo campano si è dissolto, evaporato, sciolto, questa l’esigenza. De Magistris ha bisogno di nuova credibilità e di una base forte per potersi riproporre.
Quale sostegno, quale base più solida di quella che ha sbancato alle ultime europee? E allora il buon Luigi de Magistris pensa a prendersi un passaggio dal Partito Democratico. La cosa paradossale è che mentre prova a salire sul carro dei vincitori, nello stesso tempo scavalca lo stesso carro che ha in casa sua, con il quale non corre buon sangue, e corre a corteggiare il cocchiere.
Gli interessa vedere come evolveranno le cose e si dice anche interessato al movimento di Tsipras in Europa.
E’ proprio vero, a de Magistris serve un partito, non basta più quello un po’ troppo di fantasia che si è creato per dare un tono ai tanti salti mortali che ancora lo tengono in pista, il cosiddetto “Partito della Città”. Al sindaco serviranno i voti per restare alla guida della città, in politica, e resta con le orecchie dritte per beccare, magari al volo, il carro giusto.
A chi gli muove queste critiche risponde che ha sempre apprezzato Renzi come uomo concreto e il suo Pd come partito delle cose da fare. A dire il vero sembra proprio che l’ex pm abbia bisogno di un partito che possa fare qualcosa per ridare concretezza alla sua politica, alla sua amministrazione e alla sua immagine.
E allora unendo le due cose sembra che il saltino si possa fare, almeno questo è quanto deve apparire agli occhi del sindaco. Bisogna vedere il cocchiere se vorrà fermarsi è caricarlo a bordo.
Gennaro Cirillo