
Frutti di mare avariati venduti al mercato di Torre Annunziata: task force delle forze dell’ordine per garantire la salute dei consumatori. Ieri mattina i carabinieri della stazione oplontina, agli ordini del comandante Egidio Valcaccia, hanno sequestrato 80 chili di mitili, comunemente conosciuti come “cozze” e denunciato 3 pescivendoli che avevano allestito i banchetti del pesce a Riviera Caracciolo, sul porto, dove si tiene il mercato tutte le domeniche. Secondo i militari, le cozze erano state raccolte da molti giorni, ma non è stato possibile riconoscerne la provenienza, dato che erano prive di etichette. I mitili, oltre ad essere avariati, si trovavano su un banchetto allestito al momento, in mezzo alle auto, senza il rispetto delle norme igienico-sanitarie. Gli 80 chili di cozze erano pronti per essere serviti sulle tavole dei consumatori del Vesuviano, che la domenica giungono al mercato ittico oplontino per comprare il pesce.
Il blitz al porto di Torre Annunziata è stato effettuato da una pattuglia dei carabinieri e dai vigili urbani, agli ordini del comandante Carmine Ambrosetti. Il contrasto alla vendita di pesce avariato è costante nella città oplontina. Il fenomeno però, si accentua in occasione delle festività pasquali e natalizie, e in estate, quando aumenta la domanda di frutti di mare da parte dei consumatori. Ma il pesce avariato non viene venduto solo al mercato di Torre Annunziata.
Per le strade del Vesuviano si appostano spesso pescivendoli “improvvisati”, che allestiscono il loro banchetto delle cozze per strada e spesso tra le automobili parcheggiate. Qualche settimana fa la Capitaneria di Porto di Torre Annunziata, agli ordini del tenente di vascello Valerio Massimo Acanfora, e i vigili urbani di Boscoreale, coordinati dalla comandante Rosita Luongo, hanno denunciato un venditore ambulante del Piano Napoli di via Settetermini perché vendeva i frutti di mare senza avere la licenza.
Ma spesso capita che nel giro di pochi giorni dalla denuncia, le bancarelle riaprano. Nel mese di marzo la Guardia Costiera ha sequestrato circa 250 chili di prodotti ittici pescati molto tempo prima di essere esposti per strada, anche in quell’occasione privi di etichette che ne indicassero la provenienza e senza il rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Capita spesso che non vengano rispettate nemmeno le leggi riguardanti la pesca. Sulle tavole dei consumatori, frequentemente finiscono i pesci piccoli, che non potrebbero essere pescati per non mettere in pericolo l’evoluzione e la vita della fauna marina. Nel caso in cui vengano catturati per sbaglio infatti, la legge prevede che questi vengano lasciati liberi per permettergli di crescere e riprodursi.









