Il vice prefetto vicario, Giovanni Cirillo, ha firmato il decreto di sospensione dalla carica di sindaco previsto dalla Legge Severino per Vincenzo De Luca, ormai ex primo cittadino di Salerno.
Scatta dunque la Legge Severino come era successo a de Magistris a Napoli. De Luca, condannato per abuso d’ufficio a un anno di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici, con pene sospese, nel processo per la realizzazione del termovalorizzatore della sua città, annuncia battaglia. “Verificheremo le iniziative da sviluppare nei prossimi giorni. Si prospetta, credo, una ripetizione della vicenda del Sindaco di Napoli. Intanto, rivolgo un saluto ed un grande abbraccio a quanti hanno guardato e guardano a me come ad una speranza di rinnovamento della politica e di salvezza della Campania”. E puntualizza: “Io non ho nessuna intenzione di mollare nulla. Da oggi comincia una grande battaglia di civiltà”.
De Luca si auspica anche che “la vicenda sia assunta sul piano nazionale, in primo luogo dal PD, come l’occasione per una grande battaglia a difesa delle persone perbene, degli amministratori che dedicano una vita al bene pubblico, e sono costretti a vivere un calvario”.
Vincenzo De Luca, in merito alla sentenza a suo carico emessa dai giudici del Tribunale di Salerno per la nomina del suo capo staff, Alberto Di Lorenzo, a project manager finalizzata alla realizzazione di un termovalorizzatore nel 2008 afferma: “In queste condizioni, ben presto non ci sarà più nessuna persona perbene disponibile ad assumere responsabilità pubbliche”.
“Apprendo di una mia condanna per abuso di ufficio – dichiara De Luca – l’accusa verteva sulla nomina del Project manager da parte mia, in qualità di commissario di governo per un termovalorizzatore nel 2008. Tale nomina – spiega – come risulta dagli atti processuali, mi fu richiesta dal Rup. L’accusa ha sostenuto, come risulta dagli atti, che bisognava nominare un coordinatore e non un Project manager, in quanto quest’ultima figura non è in uso nella pubblica amministrazione”.
Secondo De Luca “le due figure sono equivalenti, il compenso spettante è uguale, e viene deciso dal Rup. Si tratta, nel caso specifico, di 8.000 euro netti, percepiti, come documentato, per 18 mesi di intenso e qualificato lavoro del Project manager”.
“Mi auguro che le carte processuali – afferma il sindaco di Salerno – siano rese pubbliche, siano lette da tutti, in tutte le sedi, che si sviluppi una discussione pubblica, che si ragioni a voce alta su cosa è diventato il “diritto” in Italia. Mi auguro – rincara – che l’Anci decida di esistere, a tutela della dignità, delle funzioni e dell’autonomia di Sindaci e amministratori che non rubando, non disamministrando, e mantenendo un rigore spartano, sono tuttavia carne da macello, nell’indifferenza generale”.