Cresce a Ercolano l’attesa per la scesa in campo in occasione delle ormai prossime amministrative locali del renziano doc Ciro Buonajuto : tra la gente, nei vicoli e nei punti di aggregazione disseminati in città Buonajuto porta avanti una campagna elettorale che lo vedrebbe più che vincente per la corsa a sindaco in caso di primarie nel Pd. Sembra quasi una canzone : “ primarie si , primarie no, …..” : questo è il clima farsesco in cui la città attende di conoscere a breve il proprio destino, ovvero la miserabile implosione su se stessa o la tanto attesa esplosione economico-occupazionale in cui sono però veramente in pochi a credere ancora.
“ Io la posizione già la ho in comune siederò , il potere crescerà per l’ercolanese ingenuità”: questo lo stornello udibile tra i palazzi del potere , nelle anticamere della politica che conta e che mai si è prodigata per sollevare la comunità dal mare di guano che la soffoca da decenni. Ecco che allora riduttivo e insensato appare il dilemma sul nome del prossimo sindaco : chiunque sia, a qualsiasi schieramento o cordata politica appartenga questo fantomatico paladino dovrà agire e in tempi utili per quanto meno salvare il salvabile. Il resto è inutile retorica e nulla di più.
Del resto a chi importa veramente sei giovani talenti ercolanesi fuggono esasperati dagli amati luoghi natii, se a comandare sono sempre gli stessi figuri celati da bandiere diverse, se il cinismo e il clientelismo spicciolo sono talmente radicati nell’humus ercolanese da essere paragonati a metastasi inestirpabili dalle potenzialità distruttive letali. Occupazione, scolarizzazione e rispetto delle normative igienico sanitarie : questo l’onesto contribuente ercolanese chiede a chi avrà l’onore di rappresentare pubblicamente la città.
Sempre che questo “Lui” o questa “lei” conosca il concetto di onore o quanto meno nutra ancora un minimo senso di pudore nei confronti del prossimo. Della serie : auguriamoci che nell’acquario ercolanese infestato da squali famelici sia rimasto eroicamente qualche irriducibile “delfino”.
Alfonso Maria Liguori








