Il “viaggio” di Aldo fa tappa a Torino. Proprio nel capoluogo piemontese nei giorni scorsi si è tenuta la presentazione di “Asharam – Dove Gandhi ha sconfitto la camorra”, il libro dell’autore gragnanese Carmine Iovine edito da Marotta&Cafiero. A discutere delle tematiche del libro davanti ad una folta platea accorsa alla libreria “Torre di Abele” in pieno centro a Torino c’erano: Francesco Ferrigno, collaboratore de Il Mattino di Napoli e caporedattore de il Gazzettino vesuviano, Fabio Dovana, di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Noemi Tacconi, di Cascina Caccia, e Andrea Zummo, del coordinamento regionale piemontese di Libera Contro le Mafie. Iovine è un volontario nella gestione del bene confiscato Asharam Santa Caterina di Castellammare e nel 2011 ha fondato il circolo Legambiente Woodwardia, collabora con Libera, è membro del Forum Regionale della Gioventù campano e scrive per il Gazzettino vesuviano.
Il suo libro parla della storia, o meglio del viaggio di Aldo che, dopo aver appreso dell’esistenza dell’Asharam, intraprende un lungo viaggio di iniziazione alla vita. “E’ la storia di una terra piena di contraddizioni e potenzialità – ha detto il giovane autore – di contrasti e di speranza, di mala politica e di resistenza civile, di camorra e di cultori del territorio. E’ anche la storia di molti giovani che vogliono superare le proprie inquietudini, che desiderano informarsi ed informare, lottare per i beni comuni, difendere la propria terra, combattere la camorra”. “Quella di Castellammare e Gragnano – ha spiegato Ferrigno – è la storia di un territorio e delle sue potenzialità sprecate e di continue emergenze. E’ un po’ come avere una Ferrari chiusa in garage, impolverata e senza benzina”. Sulla criminalità, invece: “A Castellammare e a Gragnano c’è una camorra forte: quando serve è chiusa nelle sue roccaforti ma all’occorrenza scende in strada e sa far capire chi comanda. – ha detto il giornalista – La camorra ha saputo infilarsi nelle crepe, nelle emergenze, nella disperazione. Finita la stagione del sangue è cominciata l’era degli affari, dei colletti bianchi, della crisi economica che ha chiuso le fabbriche e i negozi ed è proprio lì che la criminalità ha colpito e sta continuando a farlo. Troppe volte ho sentito della scomparsa della camorra dal nostro territorio perché non si sentono gli spari nelle strade o se ne sentono molti di meno rispetto al capoluogo campano o alle altre città della provincia napoletana. – ha concluso Ferrigno – E invece no, la camorra c’è ed ha potere economico, militare, ha a disposizione manovalanza ed incute timore perché senza scrupoli”.
“Penso sia molto importante – ha detto Dovana – che Carmine porti questo libro lo sta portando in giro per l’Italia ed è altrettanto importante che questi temi vengano trattati in regioni come il Piemonte dove, purtroppo, fino a qualche anno fa c’era chi aveva un atteggiamento negazionista”.
Molto interessanti tutti gli interventi e in particolare quello della Tacconi, una delle responsabili del bene confiscato Cascina Caccia. La struttura si trova a San Sebastiano da Po ed apparteneva alla famiglia ‘ndranghetista dei Belfiore il cui reggente, Domenico Belfiore, fu condannato all’ergastolo nel 1993 come mandante dell’omicidio del procuratore capo di Torino Bruno Caccia, ucciso il 26 giugno 1983 nel capoluogo piemontese. Il bene è così stato dedicato alla memoria del magistrato e di su moglie Carla: a Bruno poiché proprio dalla Cascina partì l’ordine di ucciderlo ed è quindi un simbolo della lotta alle mafie nel Nord Italia; a Carla poiché famigliare di vittima di mafia che a lungo ha desiderato la verità sull’uccisione di suo marito”. L’evento è stato introdotto e poi chiuso da due brani del cantautore gragnanese Gerardo Attanasio.
Ecco il video integrale della presentazione a Torino