Gragnano, Forza Italia chiede alla maggioranza di rassegnare le dimissioni, al fine di “riaffidare ogni decisione ai cittadini per garantire un clima di chiarezza e di certezza politica”. Una lunga storia a puntate quella che sta caratterizzando la vita politica di Gragnano, all’indomani del provvedimento della Corte d’Appello che ha confermato l’ineleggibilità di Paolo Cimmino. Una posizione netta quella dei forzisti espressa in un comunicato, frutto di recenti confronti tra il gruppo locale ed il coordinamento provinciale: “Siamo stati assegnati dagli elettori al ruolo di opposizione e continueremo ad essere opposizione. La nostra posizione, condivisa con il Coordinamento Provinciale del Partito, nella persona dell’Avv. Antonio Pentangelo, è coerente con quanto rappresentato ai capigruppo di maggioranza, in seno alla conferenza tenutasi qualche settimana fa. In quella occasione fu ribadito che Forza Italia era contraria alle larghe intese soprattutto in una dubbia situazione di legittimità.”
Un’analisi che chiarisce anche la posizione di una parte dell’opposizione rispetto alla decisione della Prefettura di confermare l’autorità dell’attuale amministrazione in seno al vicesindaco Alberto Vitale, che di fatto ha sostituito Cimmino: “Passando al piano giuridico evidenziamo che Il provvedimento del Prefetto applica al caso di specie l’ipotesi della decadenza (artt. 53, 68 e 141 TUEL), pur in assenza dell’ipotesi legislativa di “perdita delle condizioni di eleggibilità”: il dr. Cimmino non ha perso la condizione di eleggibilità perché non l’ha mai avuta. Si può infatti perdere solo ciò che si possiede. Tuttavia, Il Prefetto, chiamato ad eseguire la doppia decisione giudiziaria, considera l’ipotesi di perdita della condizione di eleggibilità uguale all’ineleggibilità originaria e insanabile, facendo applicazione di una norma speciale prevista per l’ineleggibilità sopravvenuta.”
Una interpretazione, quella della Prefettura, ritenuta contraddittoria da Forza Italia: “Perché da un lato viene applicato l’istituto della decadenza; dall’altro non si procede al doveroso e obbligatorio scioglimento del consiglio e alla decadenza della giunta, come stabilisce il combinato disposto degli artt. 53 e 141 TUEL per l’ipotesi di decadenza sopravvenuta. Nel provvedimento prefettizio la decadenza originaria diventa una decadenza sopravvenuta trattata però negli effetti come un impedimento temporaneo, per il quale il dr. Cimmino fino al passaggio in giudicato della sentenza della Corte di Appello, già esecutiva e vincolane, non potrà svolgere le funzioni di Sindaco, e sarà sostituito dal suo Vice; disconoscendo che con la decadenza del Sindaco impone in ogni caso pure la decadenza della giunta e lo scioglimento del consiglio stesso. Sotto il profilo strettamente politico, affermiamo che la migliore soluzione sarebbe quella di riaffidare ogni decisione ai nostri cittadini in tempi stretti per garantire un clima di chiarezza e di certezza politica”.
L’incognita ancora da verificare, e che sotto il piano sia giuridico che politico lascerebbe la situazione in modalità di attesa, è quella che concerne il ricorso in Cassazione che i legali di Cimmino dovrebbero presentare a giorni:
“Ove mai la Suprema Corte dovesse fissare la udienza di discussione oltre il termine ultimo per la presentazione delle candidature per le elezioni amministrative che si terranno la prossima primavera, Gragnano sarebbe automaticamente esclusa dal voto e la reggenza perdurerebbe fino alla decisione della Cassazione. Per questo motivo invitiamo l’intera maggioranza a rassegnare le dimissioni se entro il termine ultimo per la presentazione delle candidature e delle liste, la Cassazione non avrà deciso il ricorso, dimostrando così rispetto per i cittadini e alla città e non attaccamento alle poltrone. In questo periodo noi continueremo a esercitare il nostro ruolo di opposizione, sempre vigile sull’attività amministrativa, nella speranza che la stessa si occupi, dopo un periodo addormentato, esclusivamente dei problemi della nostra comunità definendo priorità e soluzioni e che il cd detto periodo di reggenza non si traduca in una campagna elettorale in funzione delle prossime elezioni.”