Una petizione online per chiedere la bonifica di “Cava Ranieri” a Terzigno e l’apertura di un Parco Archeologico.
L’iniziativa è di Francesco Servino ed è indirizzata a: ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare; presidente del Parco Nazionale del Vesuvio; soprintendenza Archeologica di Pompei; presidente della Regione Campania; presidente del Consiglio dei Ministri; presidente della Repubblica Italiana.
Già diverse centinaia di persone hanno firmato la petizione sulla piattaforma “Change.org”.
“Cava Ranieri in località ‘Boccia Al Mauro’ a Terzigno è un’area di circa 500mila metri quadrati – si legge nel testo della petizione – che nell’antichità faceva parte del suburbio pompeiano. Reperti archeologici rinvenuti in modo casuale nel 1981 e con qualche scavo mirato successivamente hanno evidenziato che il sito, con le sue ville sepolte dall’eruzione del 79 d.C., era abitato fin dal II secolo a.C..
La Cava di Terzigno si trova a 6 km a nord di Pompei e ricade interamente nel Parco Nazionale del Vesuvio: è riserva Man & Biosphere (Mab) Unesco dal 1997, ciò vuol dire che è un’area in cui attraverso un’appropriata gestione del territorio si dovrebbe associare la conservazione dell’ecosistema e la sua biodiversità con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali a beneficio delle comunità locali (con attività di ricerca, controllo, educazione e formazione).
Negli anni 2000 un simile patrimonio naturale, geologico e archeologico è stato adibito a discarica ma c’è motivo di supporre che gli sversamenti al suo interno risalgano agli inizi degli anni ’80.
Le ville rustiche di Cava Ranieri versano nel più completo degrado e abbandono da almeno dieci anni: il 20 Luglio 2006 la Soprintendenza Archeologica di Pompei rese noto l’esito di un bando di gara per lo scavo della Villa 6 ma la ditta aggiudicataria, per un importo di 317’500 euro, finita nei guai per il restauro del Teatro Grande di Pompei “fa perdere le proprie tracce”.
Sebbene Cava Ranieri sia sotto vincolo archeologico, si tratta di una proprietà privata non vigilata e al suo interno sono facili i furti e i raid vandalici.
Nel 2013 il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi prende una decisione drastica sul futuro delle ville di Cava Ranieri: l’interramento, “nell’impossibilità di garantire la vigilanza necessaria a causa della mancanza di personale e nell’intento di salvaguardare gli importanti complessi archeologici in vista di un futuro programma di valorizzazione”. Anche la Villa 2, quindi, previo restauro dovuto al crollo delle strutture di copertura, avrebbe dovuto essere interrata ma allo stato attuale versa in condizioni disastrose.
Necessaria per il recupero della cava e la sua trasformazione in parco archeologico è un’importante opera di bonifica che consenta ai visitatori di potervi accedere in sicurezza. Bonifica che va attuata all’interno e in tutte le aree a ridosso della cava dove, negli anni, è stato scaricato abusivamente di tutto. Cava Ranieri è l’esempio più lampante di cosa comporta una cattiva gestione del territorio che ha lasciato che un’area unica nel suo genere al mondo venisse devastata dai rifiuti e in cui gli scempi sono ancora oggi all’ordine del giorno”.