Napoli, ferimento al rione “Sanità”: la pista dell’agguato mortale

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La risposta della camorra all’agguato mortale contro il clan Vastarella al rione “Sanità” di Napoli non si è fatta attendere. Ferito al braccio e all’addome l’altra notte Walter Mallo, originario dell’area “Don Guanella” e in rapida ascesa criminale al quartiere di “Secondigliano”.

Solo la scaltrezza e la velocità dei movimenti del giovane ha impedito ai sicari di mettere a segno l’ennesima spedizione mortale che si sarebbe verificata all’uscita della Tangenziale di Capodimonte. La famiglia Mallo sembrerebbe la maggiore indiziata nella ricerca dei responsabili della strage compiuta nello storico rione Sanità. Walter Mallo avrebbe precedenti per droga e sarebbe stato particolarmente attivo negli ambienti malavitosi proprio nei giorni antecedenti l’agguato costato la vita a Giuseppe Vastarella e al cognato Salvatore Vigna.

Ancora una giovane entità criminale all’opera a rafforzare l’ipotesi (ormai quasi certezza) che vorrebbe saltati i vecchi equilibri di camorra sull’onda espansionistica delle nuove leve. Baby ras pronti a tutto, spesso cocainomani, pur di accaparrarsi il controllo degli affari illeciti in città. Particolarmente “caldi” i quartieri del centro storico, Cavalleggeri, Bagnoli, Fuorigrotta e Pianura dove ormai si spara ovunque e a qualsiasi ora del giorno spesso a pochi metri dalle ornamentali postazioni dei militari dell’esercito. Un vero e proprio caos che getta i residenti nel panico.

Altissimo il rischio di venire ammazzati solo perché ci si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, ancora enorme l’ascendente della camorra per solo pensare di scalfire il muro di omertà che nei vicoli, nelle zone a rischio e persino nella Napoli bene protegge i camorristi. Le forze dell’ordine si scontrano quotidianamente con questo insormontabile ostacolo che paradossalmente lo stesso Stato ha contribuito a costruire con il lassismo adottato per decenni nei confronti delle sacro sante rivendicazioni di onesti contribuenti.

Perché sia chiaro: ad oggi la moto o l’auto rubate la camorra le ritrova lo Stato nella stragrande maggioranza dei casi no, se vuoi aprire in tranquillità un’attività commerciale e al boss locale che devi rivolgerti per non avere problemi così come per sperare in una sia pur minima occupazione. In questa errata visione delle cose si da peso e spessore all’antistato complicando enormemente il lavoro investigativo degli inquirenti a cui va indiscussa la gratitudine dei napoletani onesti. Adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione sociale subito o ai partenopei non resterà altro che contare i morti ammazzati di una guerra di camorra senza fine.

Alfonso Maria Liguori

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Alfonso Maria Liguori
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.