Napoli, stangata per il clan Giuliano: pioggia di condanne

tribunaleStangata a boss e gregari dei gruppi malavitosi operanti a Forcella e ai Decumani: il tribunale di Napoli ha inflitto 44 condanne (11 assoluzioni) premiando il lavoro certosino della Dda ( direzione distrettuale antimafia) che ha inchiodato i giovani camorristi che per anni hanno terrorizzato il centro storico di Napoli.

Ad essere principalmente colpiti dalla magistratura i rampolli dello storico clan Giuliano di Forcella: 16 anni di carcere a Guglielmo Giuliano, 20 a Giuseppe, 16 ad Antonio, 8 a Cristiano, 14 a Luigi e 8 a Manuel (tutti uniti ovviamente dallo stesso cognome).

Agghiacciante il quadro emerso nel dibattimento che ha portato alle pesanti condanne: business principale del clan le estorsioni ai danni di ambulanti e note attività ristorative della zona. Violenti i nuovi Giuliano e determinati a rimpossessarsi del regno dell’ex boss incontrastato della Nuova Famiglia Luigi Giuliano (alias o’ re): un uomo che con i fratelli ha dettato legge per decenni nel cuore della città forte di un esercito di affiliati e di un rispetto tra i vicoli degno di un capo di Sato.

La gente onesta vive ormai nel terrore di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Garantendo sempre l’anonimato abbiamo intervistato un commerciante di Forcella: “Si stava meglio prima – ha commentato l’uomo – quando comandavano i vecchi Giuliano, ovvero i padri e gli zii di questi ragazzini che conoscono solo la violenza e ignorano qualsiasi forma di rispetto. Prima esisteva un codice d’onore, non si toccavano le attività del quartiere con particolare riferimento a quelle gestite da anziani . Neanche a parlarne poi di far male a donne o bambini. Qui si dormiva con le porte aperte : oggi invece viviamo nel panico di finire ammazzati per sbaglio nel corso di qualche avventato raid ai danni dei cosiddetti baby boss”.

Gli abbiamo chiesto dello Stato e la risposta è stata avvilente : “ Lo Stato? Se avessimo aspettato lo Stato , soprattutto negli anni ’80, saremmo tutti morti di fame. La camorra a Forcella ha rappresentato per anni giustizia, occupazione e senso di appartenenza.

E’ inutile nascondersi dietro il dito : professionisti e commercianti si sono arricchiti con la famiglia Giuliano anche se oggi fingono di non averla mai conosciuta o addirittura di averla combattuta. Le favole sono belle, ma la realtà è ben altra cosa. Ai nostri figli diciamo : scappate da questi luoghi di povertà e violenza ”. Della serie : e qui fu Napoli.

Alfonso Maria Liguori

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Alfonso Maria Liguori
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.