Duro colpo al clan D’Ausilio di Bagnoli: ad essere ammanettato dai carabinieri Antonio D’Ausilio, figlio del ras Domenico insieme ad un complice , Vittorio Albano, entrambi accusati di estorsione aggravata. La prova inconfutabile secondo gli investigatori che il clan è quanto mai attivo nella zona: a guidare la cosca Felice D’Ausilio che dopo una clamorosa evasione si nasconderebbe proprio a Bagnoli.
Secondo alcune indiscrezioni a spingere Felice D’Ausilio all’evasione sarebbe stato il conflitto con il gruppo Giannelli di Cavalleggeri ( comandato dal boss Alessandro attualmente detenuto). Un’ascesa criminale rapida e pericolosa per il D’Ausilio quella di Alessandro Giannelli che mirerebbe agli appalti per Bagnoli Futura: un fiume di denaro (oltre 270 milioni di euro) che avrebbe scatenato numerose guerre di camorra e costretto i vecchi capi a riorganizzare in tempi record i clan.
Pare che la strategia usata dai rispettivi sodalizi criminali per potenziarsi sia analoga: affiliare giovanissimi insospettabili da inserire nei gruppi di fuoco o nelle squadrette di pusher che gestiscono le piazze di spaccio particolarmente numerose nell’area di Fuorigrotta, Bagnoli, Agnano e Soccavo. L’arresto di Antonio D’Ausilio evidenzia il potere offensivo mai sopito dei clan della camorra e il devastante effetto che questi criminali sortiscono sull’imprenditoria locale.
Vessazioni continue, richieste di denaro o di merce da cedere ai camorristi gratuitamente: gli imprenditori onesti sono al collasso , sfiduciati dall’atteggiamento adottato da istituzioni incapaci di opporsi concretamente allo strapotere del crimine organizzato. Garantendo l’anonimato abbiamo intervistato un grosso imprenditore partenopeo, con interessi ance nella zona di Bagnoli e le dichiarazioni sono state allarmanti: “Sono già all’opera – ha precisato l’uomo – per abbandonare questi luoghi e trasferire in altre località le mie attività. Sono decenni che ci illudono con false speranze, che parlano di bonifica e trasparenza operativa: tutto falso, a Napoli se non appartieni, se non conosci puoi aspirare solo alle briciole dei grandi appalti. La camorra è infiltrata, a vario titolo, in ogni strato della comunità con un potere corruttivo spaventoso. Le forze dell’ordine fanno il possibile, onestamente va detto: ma spesso ad annullare poi l’operato di polizia e carabinieri sono i giudici che rimettono in libertà criminali senza scrupoli per insufficienza di prove. Mai ai miei figli farei fare impresa a Napoli”.
Cosa aggiungere alle parole dell’imprenditore, allo sfogo di chi ha pagato più volte sulla propria pelle il potere della camorra abbandonato di fatto a se stesso dalle istituzioni. Della serie: basta con le bugie, si tuteli realmente Napoli, ad oggi ancora etichettabile come figlia avvenente di madre sciagurata.
Alfonso Maria Liguori









