Giugno, luglio e agosto sono i mesi dell’estate meteorologica, il periodo più caldo dell’anno.
Il caldo, l’alta pressione e l’elevato tasso di umidità dell’aria renderanno la vita parecchio complicata.
Fare un tuffo nel mare potrebbe essere l’unica soluzione efficace per sfuggire alla morsa della calura. Ma l’acqua del golfo di Napoli assicura una buona balneabilità?
In Campania monitorare lo stato delle acque di balneazione è un compito che spetta all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpac).
La balneabilità delle zone costiere per il 2017 – come si legge sul sito web dell’Agenzia – è definita sulla base dei controlli effettuati dal primo aprile al trenta settembre delle ultime quattro stagioni balneari (periodo 2013-2016) e il giudizio di idoneità si stabilisce in base agli esiti delle analisi di solo due parametri batteriologici: Escherichia coli ed Enterococchi intestinali.
In base ai dati raccolti le acque sono poi suddivise in quattro classi di qualità: scarsa, sufficiente, buona, eccellente. Solo le acque giudicate di scarsa qualità sono quelle dove la balneazione è vietata.
I dati sono poi pubblicati in apposite tabelle o restituiti in un comodo formato cartografico consultabile on-line tramite una mappa interattiva dove a ogni classe di balneabilità è assegnato un colore: rosso per le acque di scarsa qualità, giallo per quelle sufficienti, verde per le buone e azzurro per quelle eccellenti.
Per l’estate 2017 il monitoraggio ha restituito un quadro decisamente in chiaroscuro, con le solite criticità dell’area vesuviana e la migliore condizione della costiera sorrentina.
Particolarmente inquinate, come al solito, le acque tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. In questo tratto del Golfo prevale una scarsa qualità, fatta eccezione per un sorprendente spicchio di mare a ridosso del porto turistico stabiese dove il mare diventa addirittura eccellente.
VERIFICA SE LA TUA SPIAGGIA È BALNEABILE, VAI ALLA MAPPA INTERATTIVA…