Napoli, sosta selvaggia e parcheggiatori abusivi a Porta Capuana

Tutti sanno e vedono ma palesemente nessuno muove un dito per porre fine ad un andazzo che getta ulteriore fango sulla già martoriata immagine partenopea

Napoli : paradossi e contraddizioni di una città che trasuda storia e cultura. Incredibile costatare con quanta facilità attività gastronomiche, chioschi caratteristici situati , tanto per fare un esempio, a ridosso del vecchio tribunale a Porta Capuana, blocchino il traffico con auto parcheggiate anche in terza fila nelle immediate vicinanze di un trafficatissimo crocevia. E c’è di più : parcheggiatori abusivi con tanto di pettorina catarifrangente riportante il nome dell’attività gestiscono il traffico agevolando i clienti nella sosta selvaggia. Tutti sanno e vedono ma palesemente nessuno muove un dito per porre fine ad un andazzo che getta ulteriore fango sulla già martoriata immagine partenopea. Viene spontaneo allora chiedersi : chi controlla il controllore?




Sul fronte istituzionale la musica è sempre la stessa: poche unità, male equipaggiate dovrebbero tener testa alle innumerevoli criticità di una comunità in cui ormai l’anarchia comportamentale regna sovrana. Il sindaco Luigi de Magistris dovrebbe finalmente prendere atto di quanto accade sotto i suoi occhi dedicando maggiore attenzione alla città e meno tempo alle polemiche con il presidente della SSC Napoli. Se i napoletani amassero Napoli come amano il Napoli vivremmo sicuramente in un contesto sociale di gran lunga superiore a quello attuale. Il problema più grave è che la gente sembrerebbe ormai rassegnata alle parole di una celebre melodia italiana : “ finché la barca va lasciala andare” . Si accetta passivamente ogni tipo di angheria vivendo in quartieri dove all’imbrunire è pericoloso transitare, soprattutto a piedi.




Mancanza di adeguata scolarizzazione, inoccupazione e alienazione sociale trovano terreno fertile in contesti talmente lontani dalle istituzioni e dal pubblico da considerare il boss locale ancora “sindaco” dei rispettivi rioni. A Napoli il concetto di appartenenza resta drammaticamente attuale : al boss, al politico compiacente, al funzionario pubblico corrotto, all’infedele servitore dello Stato, l’importante è fare capo a qualcuno che offra protezione in cambio di un obolo da versare a guisa di tassa. In sintesi : di questo passo la capitale del Mediterraneo rischia seriamente di implodere su stessa.

Alfonso Maria Liguori



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Alfonso Maria Liguori
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.