Una serata fra leccornie artigianali e sperimentazioni olfattive gustative e visive. Perchè la cucina è miscela di colori sapori odori. E quella di Rosanna Fienga, chef capo di Francesco e co., e autrice de “Il cibo della vita” (Albatros edizione) merita un palato ed un occhio attento. Duecento pagine di racconti familiari e ricette (ben quindici dagli spaghetti aglio ed oli speciali alla parmigiana, dalla genovese alla caprese e pastiera) che fanno venire l’acquolina in bocca anche ai più riottosi e soprattutto fanno venir voglia di mettersi ai fornelli con i video tutorial dei Qr code ai più pigri o incapaci.
A tavola con coscienza e capacità per piatti della tradizione che uniscono ai classici ingredienti della dieta mediterranea anche prodotti innovativi seppur antichi. La presentazione, moderata dai giornalisti Pierluigi Fiorenza e Titti Esposito, con l’ausilio dei cortometraggi di Liberoricercatore.it e la collaborazione della compagnia teatrale Quarto Piano, è un viaggio nei piatti della cultura partenopea che accompagnano la vita di ogni individuo.
Perchè il cibo è un compagno di viaggio-ripete come una cantilena la vulcanica e instancabile Rosanna (che da tempo si occupa di progetti come la Spesa sospesa o dei kit di Chefmania)-che ci lega ad eventi, situazioni, storie che hanno costellato la nostra vita. Dalla scuola alla vita da adulti, primi piatti, secondi e dolci, fotografano ogni attimo che ritorna poi alla memoria assaggiando quella determinata ricetta, emozionandoci oggi come ieri. “Il libro di Rosanna Fienga-scrive nell’ultima di copertina Pierluigi Fiorenza- è un delizioso viaggio nel mondo della gastronomia campana a metà strada tra il diario familiare e l’agenda dell’imprenditrice vincente. E’ un atto d’amore nei confronti di un mondo che sta scomparendo sotto i colpi della superficialità e volgarita”.
Simile il parere, invece di un amico di famiglia ex dirigente Rai International, ma soprattutto appassionato della cucina di Rosanna, Vittorio Panchetti. “Dopo aver letto viene il testo viene voglia di mettersi a tavola nel ristorante dove Rosanna è regina. Il libro è una sintesi di ricordi familiari che raccontano i mutamenti sociali e culturali, che si legge con lo stesso piacere con cui si assaggia un piatto di paccheri dei monti Lattari”.