Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei. Questo il motto del percorso formativo di lettura del territorio – educazione e cultura alimentare ed ambientale “Agerola in tavola” realizzato dall’Istituto Comprensivo “S. Di Giacomo – E. De Nicola” in collaborazione con il Comune di Agerola.
L’obiettivo principale è stato quello ristabilire un rapporto corretto con le proprie tradizioni in modo da facilitare la formazione dell’identità di ognuno, attraverso la trasmissione di una buona cultura del cibo. I bambini sono stati sollecitati su temi di stretta attualità quali la produzione e la distribuzione alimentare, le produzioni biologiche, il benessere animale, l’etica di produzione, aspetti utili a comprendere che un’agricoltura attenta ai bisogni della collettività è un patrimonio del territorio oltre che un elemento essenziale per la sicurezza alimentare dei cittadini.
L’approccio utilizzato dall’Istituto Comprensivo è stato quello di fornire agli alunni e alle loro famiglie le informazioni necessarie ad attuare scelte consapevoli recuperando i principi di una sana alimentazione che non possono prescindere dalla conoscenza del percorso “dalla terra alla tavola”, della stagionalità dei prodotti e della tradizione locale.
Il percorso, iniziato con la festa dell’agricoltura, si è poi concluso nel luogo più naturale possibile, il Campus Principe di Napoli, lo scrigno della buona alimentazione dove gli alunni hanno partecipato a laboratori di cucina e di pasticceria.
«Siamo ciò che mangiamo» dice il sindaco di Agerola Luca Mascolo. «Il valore aggiunto che rende unico il ricco paniere gastronomico agerolese, riconosciuto ed apprezzato non solo in Campania, ma anche in Italia e all’estero proprio, è da ricercarsi proprio nelle secolari tradizioni alimentari tramandate di generazione in generazione e giunte fino ad oggi. Un patrimonio di inestimabile valore che deve essere tutelato anche grazie ad iniziative come questa».
«Il cibo è cultura non solo quando si consuma, ma anche quando si produce e quando si prepara. È frutto della nostra identità ed è uno strumento importante per esprimerla e comunicarla» spiega la professoressa Maria Gentile, referente del progetto.