A riportare ancora una volta i riflettori sulla scuola e su tutte le misure intraprese, e da portare a termine, per garantire la partenza dell’anno scolastico, l’affermazione del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri. A proposito dei banchi singoli e della loro consegna agli Istituti scolastici, Arcuri aveva affermato: “Si tratta di un’operazione straordinaria, forse mai messa in campo negli ultimi decenni. L’Esercito ci ha già dato una mano durante i mesi più difficili, se dovessimo chiamarlo in causa anche questa volta non credo che si tirerebbe indietro”.
Purtroppo molte aziende italiane avevano rinunciato alla loro candidatura non potendo garantire la consegna del materiale richiesto. Ora la frase del commissario per l’emergenza ha innescato seri dubbi.
“Al commissario Arcuri ricordo – controbatte Gianfranco Marinelli, presidente Assufficio, Associazione nazionale che raggruppa tutte aziende italiane produttrici di arredi scolastici, commentando la possibilità di un ricorso all’Esercito per la consegna dei banchi alle scuole – che le gare prevedono delle condizioni e se le condizioni vengono cambiate le gare sono nulle”.
”Non vorrei – aggiunge ancora Marinelli – che questa sua uscita sia dovuta al fatto che alcune imprese straniere abbiano negato possibilità di consegna offrendo però disponibilità su lotti minimi. Allora vorrei ricordare ad Arcuri che quella era una gara che prevedeva delle condizioni che non possono essere rotte. Ci sono aziende italiane che non hanno partecipato perché prevedevano impossibile garantire la consegna. Dunque, la cosa più semplice è che la gara venga annullata”.
Nessuna polemica da parte degli industriali italiani, ma solo amarezza e preoccupazione per un’opportunità che poteva coinvolgere le aziende italiane e farle uscire dallo stallo in cui versano a causa del lockdown.
“In una situazione drammatica come quella attuale – continua Marinelli – l’industria è ben contenta di ricevere ordini. Ma pensiamo che nessuna azienda abbia accettato le condizioni di consegna minima perché non si può correre il rischio di andare incontro a penali. Abbiamo stimolato i nostri associati a partecipare alla gara ben sapendo che tutti i produttori italiani non sarebbero stati in grado di ottemperare ai tempi di consegna previsti dal bando
Conosceremo l’esito il 12 settembre: se lo aggiudicheranno gli stranieri – conclude – in un colpo si azzererà l’industria italiana dell’arredo scolastico. Ed aggiungo: se la scuola non riapre, l’Italia sprofonda”.