All’aggravarsi delle sue condizioni ha atteso ben 4 ore l’arrivo dell’ambulanza presso la sua abitazione, vicina all’ospedale San Leonardo, ed una volta arrivati i soccorsi del 118 non c’è stato più nulla da fare. Questa la triste morte di un uomo di sessant’anni: un altro tragico epilogo, denunciato dai familiari distrutti dal dolore alle forze dell’ordine. Ancora un altro segno premonitore del collasso imminente del nosocomio stabiese.


Il Pronto Soccorso è nuovamente sotto pressione, i quaranta posti Covid non sono bastati. Il personale medico ed ospedaliero è costretto a turni massacranti. Gli altri pazienti, siccome il punto di primo soccorso si è dovuto improvvisare reparto Covid, sono stati “spediti” repentinamente negli altri reparti e in Rianimazione quelli in condizioni gravi.

Una situazione difficile e quasi impossibile da fronteggiare, numerose sono state negli ultimi giorni le denunce esposte in merito alle dinamiche adottate all’interno dell’ospedale nella cura e nella gestone dei pazienti. Lo stesso primario, Pietro Di Cicco, ha aspramente dichiarato la mancanza di attrezzatura adeguata e la difficoltà nell’accogliere tutte le persone in arrivo: “Qui mancano posti letto e ossigeno, ne abbiamo bisogno”.


Il presidio sanitario non ha più posti e l’attesa per i pazienti si allunga. La scorsa notte, due stabiesi hanno aspettato per ben 12 ore, lungo il viale sul retro della struttura, prima di poter ricevere assistenza medica. Per ogni malato che esce, tantissimi provano a trovare assistenza, provano ad entrare. A confermare ciò le lunghe file di ambulanze, in attesa per ore, con a bordo pazienti costretti ad una lunga angosciosa attesa. Stamattina in fila c’erano sei ambulanze e due auto in attesa. In troppi casi i parenti dei malati in gravi condizioni, disperati ed esausti, hanno dovuto trasportarli personalmente presso la struttura.

Emanuela Francini



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