“Le Regioni hanno solo due responsabilità: che alcune Regioni soprattutto del Centro-Nord hanno premuto troppo per aprire tutto prima del tempo, e alcune Regioni hanno delle criticità evidenti, ma sono criticità che vanno individuate con precisione nella Regione chiamata in causa, non il sistema delle Regioni”, ha commentato così il Presidente Vincenzo De Luca nella sua consueta diretta Facebook del venerdì, rispondendo a distanza alle critiche espresse due giorni fa dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, sulla gestione sanitaria regionale.
“Per il resto, se non ci fossero state le Regioni e avessimo avuto solo lo Stato centrale, il Governo con il livello di efficienza mostrato saremmo andati al disastro”. Ha aggiunto il governatore aggiungendo: “Credo che sia arrivato il momento di chiedere a tutti i nostri interlocutori, quando c’è da rivolgere una critica, di dire con chiarezza a chi è rivolta e per quale motivo, così ci capiamo. La mia opinione è questa: se c’è una critica vera da fare è al Governo nazionale, non alle Regioni”.
Non ha usato mezze parole il governatore campano, parlando di “bizzarre polemiche” e sottolineando come il caos creatosi su vari fronti sia stato generato dalle decisioni prese a livello nazionale e non di certo locale.
L’unica cosa che doveva fare il Governo era preoccuparsi di approvvigionarsi o meglio ancora produrre i vaccini in Italia. “Quello era l’unico vero compito dello Stato e non certo delle Regioni. Ma il governo non c’ha pensato ed è la più grande responsabilità in capo allo Stato”.
Un disastro, per De Luca, la distribuzione dei vaccini sul territorio nazionale, durante la quale regioni con un numero inferiore di abitanti rispetto alla Campania, si sono viste arrivare in percentuale un numero maggiore di dosi. “La Campania è stata penalizzata fortemente”.
Anche la scelta di privilegiare determinate categorie piuttosto che altre è derivata dalle indicazioni provenienti dal Governo che ha parlato di “categorie di pubblica utilità”, senza peraltro precisare quali fossero per cui “agganciandosi a questa indicazione nazionale si sono proposti ordini professionali, avvocati, scienziati di vario tipo. Quelli che veramente dovevano essere privilegiati, quelli che hanno rapporti diretti con la gente, autisti dei servizi di trasporto, impiegati agli sportelli e negli uffici degli Enti pubblici, non sono stati presi in considerazione”.
E’ notizia degli ultimi giorni l’eliminazione del criterio delle categorie. Finalmente si è deciso di procedere per fasce d’età, privilegiando naturalmente il personale sanitario, gli over 80, i pazienti fragili ed il personale scolastico per poi proseguire con la somministrazione del siero per fasce d’età.
“La confusione sulle categorie per le vaccinazioni, sulla scuola, sulle primule, è stata determinata dal Governo nazionale, non dalle Regioni”, ha dichiarato ancora il governatore campano. “E in ogni caso si ha il dovere di dire per nome e cognome in quale Regione l’ordine professionale ha fatto le vaccinazioni prima degli over 80 o del personale sanitario. Per quanto ci riguarda, come Campania, siamo tranquilli”.
“L’ultimo disastro di provenienza romana è il caos comunicativo: l’unità di crisi nazionale, l’Iss, singoli ministri, singoli consulenti dei ministri, singoli scienziati. L’ira di Dio. Non sono stati in grado nemmeno di avere una piattaforma nazionale informatica degna di questo nome, ancora oggi. E fanno pure la polemica con le Regioni?”
L’ex sindaco sceriffo, oggi ri-governatore e ri-sceriffo ha chiuso la sua arringa accusatoria nei confronti dei palazzi romani e contro le loro decisioni, dicendo: “Fanno la polemica con le Regioni? Ringraziate il Signore che hanno lavorato le Regioni. Ci sono stati limiti qua e là, ma vanno individuati con precisione, denunciati e corretti”.