Stamattina, nell’ambito dell’attività volta all’aggressione dei patrimoni mafiosi, gli agenti della Divisione Anticrimine- sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali della Questura di Napoli hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro di beni, emesso, ai sensi del codice Antimafia, dal Tribunale di Napoli – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Napoli, nei confronti di Salvatore Lucente, 37enne napoletano.

Lucente, genero di Francesco Mallardo, capoclan dell’omonima organizzazione camorristica operante nei territori di Giugliano in Campania, Villaricca e Qualiano, è stato condannato nel maggio 2018 dal Tribunale di Napoli alla pena di 13 anni e 4 mesi di reclusione, confermata dalla Corte di Appello di Napoli il 19 giugno 2020, per associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia aggravata, violazione di sigilli aggravata e falso aggravato, con contestuale confisca dei beni, è attualmente detenuto e occupa una posizione di rilievo in seno all’organizzazione criminale non solo per aver sposato la figlia del “capo”, ma anche per aver contribuito a realizzare un vero e proprio impero imprenditoriale composto da aziende operanti nel settore dei supermercati, della commercializzazione dei latticini, dei fuochi pirotecnici e della produzione e distribuzione del pane, esercitato in regime di oligopolio attraverso la minaccia e la violenza.




Lucente, diventato nel corso degli anni il “braccio economico” del gruppo camorristico, partecipava attivamente alle dinamiche criminali del clan e alle decisioni sugli investimenti da compiere con il reimpiego dei capitali illecitamente acquisiti.

In seguito all’articolata attività investigativa, i poliziotti sono riusciti a localizzare ed individuare l’insieme delle attività economiche ubicate a Napoli, Giugliano in Campania, Villaricca, Casoria e zone limitrofe.


Il provvedimento di sequestro, che precede l’emissione della misura definitiva della confisca, ha avuto ad oggetto un ingente patrimonio nella disponibilità del Lucente, intestato a lui e alla moglie, risultato acquisito attraverso l’impiego di denaro proveniente da attività illecite, per un valore complessivo di circa 10 milioni di euro.

In particolare, sono state sequestrate la totalità delle quote sociali e l’intero patrimonio di quattro società, 8 locali afferenti alle attività sequestrate, un’autorimessa, due terreni, due appartamenti, due negozi, due motoveicoli ed un autoveicolo, un locale deposito, il 50% di un’imbarcazione, 29 tra rapporti bancari e depositi e la somma di 25 mila euro.



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