Poche al momento le certezze dopo un pomeriggio e una serata che ha lasciato senza parole l’intera comunità pompeiana.
Di certo c’è la morte di una giovane, oggi avrebbe compiuto 24 anni, Grazia Severino, studentessa, pompeiana, residente in via Plinio. Omicidio, violenza, ma anche suicidio, le ipotesi che a fine serata restano al vaglio degli inquirenti.
Le primissime notizie hanno presentato subito una storia dalle tinte fosche: un probabile stupro o tentativo di violenza, tre coltellate e varie fratture sul corpo della vittima.
Con il passare delle ore e con le prime ricostruzioni si è provato ad analizzare meglio tutto l’accaduto e a ridare corpo alle ultime ore di Grazia, proprio mentre si andava accreditando sempre più la possibilità che si trattasse di un suicidio.
La giovane, in fin di vita, giaceva davanti a quel garage condominiale con terribili ferite e proprio in quello spazio esterno sarebbe stata avvistata da una vicina che avrebbe allertato le forze dell’ordine. Le ferite all’addome, riscontrate subito dai sanitari, potrebbero essere compatibili con la lama di un coltello, ma anche con le lame delle forbici che la stessa Grazia aveva acquistato poco prima e quindi potrebbero essere autoinferte. Da chiarire anche la natura dei segni rilevati sulle parti intime che erano stati in un primo momento interpretati come legati a una violenza sessuale.
La frattura di entrambe le caviglie potrebbe essere dovuta a una caduta dal quarto piano dello stabile dove poi il corpo è stato trovato in condizioni strazianti. Sul motivo della caduta e su ciò che possa essere successo prima, sulle ferite all’addome e sui presunti segni di abusi sessuali restano aperte tutte le ipotesi per una dinamica che appare sempre più essere avvolta da una fitta nebbia, tanto da non permettere al momento di escludere alcuna pista.
Sarà l’esame autoptico a concedere qualche tessera in più per permettere agli inquirenti di dare dei contorni più netti alla vicenda.
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Nella prima serata si era anche diffusa la notizia che Grazia Severino, che abitava sempre a Pompei, ma in una zona relativamente lontana dal luogo del ritrovamento della giovane in fin di vita, da tempo non riusciva ad accettare il proprio corpo tanto da cadere nell’inganno dell’anoressia.
E a spingerla giù da quel palazzo, attraverso una finestra condominiale sarebbe stato proprio il disagio psichico. Cadendo si sarebbe rotta il bacino e le caviglie, morendo poi all’arrivo presso il nosocomio stabiese. La borsetta della ragazza sarebbe stata rinvenuta proprio al quarto piano.
Su alcuni organi di stampa è anche apparsa la disperazione dei genitori che avrebbero avvalorato l’ipotesi del problema psichico, dichiarando che la giovane: “Era in cura da uno psichiatra da due anni, ma rifiutava di prendere le medicine”. Nella mattinata del suo ultimo giorno di vita, Grazia Severino era stata visitata dallo specialista che seguiva il suo problema, il quale l’aveva trovata profondamente turbata. Nel pomeriggio, dopo aver comprato delle forbici con cui poi si sarebbe tagliata superficialmente la pancia, si sarebbe lanciata nel vuoto.
Fin qui tutte le ipotesi, ma le indagini e gli interrogatori si sono protratte per tutta la notte. I Carabinieri di Pompei e di Castellammare di Stabia stanno provando a capire principalmente perché Grazia si sia recata in quel palazzo, quale fosse il suo stato d’animo in questi ultimi giorni.
Intanto il fascicolo aperto dalla Procura di Torre Annunziata è stato affidato al pm Antonio Barba.
Filippo Raiola