Svolta dalle proporzioni eclatanti oggi al Giro d’Italia, con Richard Carapaz che perde la Maglia Rosa alla penultima tappa, soffiatagli da Jai Hindley, con un minuto e 25 secondi ritardo. E questa è probabilmente la svolta decisiva, quella che cambia il Giro, perché manca solo UNA tappa.
A vincere questa penultima tappa è Alessandro Covi, che va giustamente menzionato, malgrado a prendersi la scena sia la nuova Maglia Rosa, il quale regala all’Italia la sua quarta vittoria in questo Giro, dopo Dainese, Oldani e Ciccone.
Il giovane varesino corre da inizio anno con le scarpe di colore diverso e anche oggi non si smentisce. Un ulteriore portafortuna per una classe cristallina oggi impostasi nella tappa regina del Giro. A Covi anche la Cima Coppi, ancora una volta il Pordoi, il punto più alto della corsa rosa con i suoi 2.239 metri, sui quali è transitato in solitaria.
Grande forza di volontà quella del ciclista della UAE, che ha dovuto soffrire in particolar modo negli ultimi 3 chilometri, in cui gli inseguitori cominciavano ad accorciare il distacco: bravissimo Covi nell’arginare i pericoli e tenere a bada il gruppo alle sue spalle.
Ma grandissima forza di volontà anche quella di Jai Hindley, che ha eseguito ai danni di Carapaz uno strappo da antologia: l’australiano raggiunge Kamna, compagno di squadra, e con un’azione guidata dal tedesco riesce ad issarsi ad un vantaggio d’oro, che gli permette di indossare la Maglia Rosa domani e già di pensare a mettere le mani sul Trofeo senza fine.
Carapaz sicuramente deludente nel finale, subito dopo lo stacco di Hindley: la bici dell’ecuadoriano da quel momento in poi proprio non riusciva ad andare avanti e così l’atleta della Bora-Hansgrohe ha avuto vita facilissima nel guadagnarsi il sostanzioso vantaggio. Si sa che Carapaz non è uno scalatore, a differenza dell’australiano, ma perdere la Maglia Rosa così, con un minuto e mezzo di ritardo, non è il massimo, specialmente per uno come lui.
Ma per Hindley non è ancora il momento di sedersi sugli allori, perché va ricordato che il Giro d’Italia regala colpi di scena quando meno ce lo si aspetta: c’è ancora un ultimo gradino da scalare prima di salire su un gradino glorioso, quello del primo posto, il più alto del podio.
E il modo per salirci sopra è fare bene domani nella crono delle colline veronesi, una crono insidiosa, da 17,2 chilometri e tre stelle di difficoltà: gambe e velocità ancora per una volta. Gran parte del Giro d’Italia si è giocata oggi, ma fermi tutti: non è finita qui. Domani a Verona abbiamo la certezza. Pop corn pronti, godiamoci il finale di questo Giro.
Giuseppe Garofalo