Una sentenza del Tar condanna l’Eav: non poteva occupare le aree che sono state adibite a cantiere per il traforo di Varano a Castellammare di Stabia Lo ha stabilito il presidente della sezione quinta dal Tar, Ida Raiola, che si è pronunciata sul ricorso presentato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, Agenzia del Demanio, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Parco Archeologico di Pompei, rappresentati e difesi dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Napoli, contro la Societa Eav ed il Consorzio Ferroviario San Giorgio – Volla Due.

Castellammare, una sentenza del Tar condanna l’Eav

Il ricorso è stato ritenuto fondato in quanto si è proceduto ad espropriare 12 aree site sul territorio di Castellammare di Stabia – intestate nel Catasto Terreni del Comune di Castellammare di Stabia alla ditta: Demanio dello Stato Soprintendenza alle Antichità della Campania – e classificate come “demanio culturale” e, pertanto, andavano prima sdemanializzati”. Operazione che, nei fatti, sembrerebbe non essere mai avvenuta E ora scoppia la polemica, una bagarre che fa il paio con la rivolta per il sottopasso di via Cosenza.

Non poteva occupare le aree del traforo di Varano

In attesa del prossimo 6 luglio, quando a Castellammare di Stabia si terrà una importante assemblea pubblica per discutere proprio della realizzazione del sottopasso Eav. Intanto il deputato Arturo Scotto (Pd) ha scritto al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, per chiedere la sospensione dei lavori del sottopasso. “Tutto ciò comprometterebbe in maniera definitiva l’integrità del Parco Archeologico di Stabiae – afferma – Uno dei beni culturali più rilevanti della Regione Campania e che si iscrive pienamente nel circuito archeologico di Ercolano e Pompei.

Oggi, con sentenza del Tar Campania Quinta sezione è stato annullato il decreto di occupazione di suolo da parte di Eav. Veniamo a sapere dalle carte che tutta la procedura è carica di illegittimità. Tra i ricorrenti al Tar c’è lo stesso ministero della Cultura: serve dunque un segnale definitivo che blocchi quell’opera, ascoltando i tanti cittadini che chiedono di salvaguardare un’area culturale importantissima per l’intero Paese”.

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