Napoli, duro colpo al Clan Moccia: sequestrati 6,5 milioni di beni ai boss Lucci e Tranchino

Duro colpo al clan Moccia, circa 6,5 milioni di euro sequestrati a Antonio Lucci, l’ex boss soprannomianto Tonino ‘o pazz

Duro colpo al clan Moccia, circa 6,5 milioni di euro sequestrati a Antonio Lucci, l’ex boss soprannomianto Tonino ‘o pazz, e altri 360 mila euro a Giorgio Tranchino, genero di Lucci ritenuto esponente dell’articolazione territoriale di Casoria nonchè intermediario tra il gruppo dirigente del clan le diverse articolazioni territoriali dell’organizzazione criminale.

Sono due i decreti di sequestro disposti dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Napoli ai sensi della normativa di prevenzione antimafia.

Chi è Antonio Lucci, detto Tonino ‘o pazzo

Lucci, attualmente in regime di detenzione domiciliare, è pluripregiudicato per reati associativi comuni, lotto clandestino e violazioni in materia di armi: è noto soprattutto per essersi distinto come capo di un gruppo criminale con origine nel quartiere cittadino di Secondigliano ma inserito nella storica e potente organizzazione camorristica denominata clan Moccia, egemone nei comuni della provincia a nord di Napoli.

In questa veste si è reso responsabile di usura, estorsione e corruzione delle aste giudiziarie nei comuni di Frattamaggiore, Casoria e Afragola. I sigilli sono scattati su numerosi immobili, imprese nel settore del parcheggio e autorimessa e rapporti finanziari.

Giorgio Tranchino, genero di Lucci, anche lui ai domiciliari

Tranchino è pregiudicato per associazione per delinquere di tipo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Attualmente sta scontando in detenzione domiciliare la pena definitiva di 8 anni e 4 mesi di reclusione emessa dalla Corte di Appello di Napoli come affiliato al clan Moccia e in particolare come esponente dell’articolazione territoriale di Casoria.

Il provvedimento ricostruisce come il destinatario abbia esternato fin dai primi anni novanta del secolo scorso il suo attivismo criminale in molteplici settori dell’illecito e del malaffare: lotto clandestino, anche in forma associata, attività estorsiva per il recupero di profitti usurari, turbative di aste pubbliche immobiliari, stupefacenti.

Annovera infatti precedenti per associazione per delinquere, tentata estorsione, violazione delle norme riguardanti interventi nel settore del gioco e delle scommesse clandestine, turbativa d’asta.

Il provvedimento

Il decreto di confisca, conseguente alla dichiarazione di pericolosità ed alla relativa perimetrazione temporale, ha quindi disposto l’ablazione del patrimonio accumulato negli anni e riscontrato, previa articolata indagine, nella disponibilità diretta o indiretta del prevenuto.

In particolare, sono stati attinti da misura quote societarie, rapporti finanziari, beni mobili ed immobili, del valore complessivo di circa 6 milioni di euro, che risultavano in massima parte già colpiti dalla misura cautelare di prevenzione del sequestro, eseguito nel corso della primavera del 2022.

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