
Campi Flegrei e terremoto: un recente studio condotto da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e dell’University College di Londra (Ucl) ha portato a luce importanti scoperte riguardo ai movimenti sismici dell’area vulcanica notoriamente complessa e soggetta a fenomeni di instabilità.
Ecco come avviene il terremoto nei Campi Flegrei
Pubblicata sulla rivista scientifica Earth and Planetary Science Letters, la ricerca intitolata “Evolution in unrest processes at Campi Flegrei caldera as inferred from local seismicity” si concentra sulla distribuzione degli eventi sismici e sull’energia da essi rilasciata. Gli scienziati hanno scoperto che due livelli poco permeabili nella crosta dei Campi Flegrei regolano i movimenti verticali e la sismicità osservati negli ultimi 40 anni.
Questi due livelli, situati a circa 3 e 1-1,5 chilometri di profondità rispettivamente, agiscono come superfici di separazione tra rocce con diverse proprietà fisiche e chimiche. Stefano Carlino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv e coautore dello studio, spiega che questi livelli svolgono un ruolo cruciale nel controllo dei movimenti verticali e della sismicità, presenti anche in altri sistemi vulcanici caratterizzati da temperature elevate e circolazione di fluidi.
Due livelli della crosta regolano la sismicità
Il livello più superficiale svolge un ruolo significativo nel prevenire la dispersione dei fluidi idrotermali verso la superficie. Questi fluidi sono noti per il loro ruolo nell’innesco della sismicità. Al di sotto del livello più profondo, le rocce passano da un comportamento fragile, suscettibile a rottura e terremoti, a uno duttile, in cui si deformano plasticamente senza rompersi.
Lo studio di Ingv e Università di Londra
Nicola Alessandro Pino, ricercatore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv e coautore dello studio, sottolinea che al di sotto del livello più profondo avviene l’accumulo di fluidi e/o magma, determinando l’aumento di pressione e il sollevamento della caldera vulcanica. Questo sollevamento potrebbe continuare finché lo stiramento della crosta consente un maggiore deflusso di gas in superficie, con conseguente depressurizzazione della sorgente del sollevamento.
Durante la fase attuale di sollevamento, in corso dal 2005, la sismicità è concentrata principalmente nel settore orientale di Pozzuoli, al di sotto dell’area Solfatara-Bagnoli. Questo studio fornisce preziose informazioni per comprendere i meccanismi alla base dell’attività vulcanica nella regione, contribuendo a una migliore comprensione e monitoraggio dei rischi associati.