L’Inquisizione Spagnola era organizzata a livello gerarchico.
Il Consiglio dell’Inquisizione Generale e Suprema (Consejo de la General y Suprema Inquisición) dava le istruzioni ai Tribunali, esaminava i rapporti dei processi, ordinava le ispezioni, rivedeva le cause e agiva come tribunale per i membri dell’Inquisizione accusati di reati. Il presidente era l’Inquisitore Generale. Gli altri membri erano gli inquisitori provinciali (nominati dal re), tra prelati e avvocati.
Vi erano poi i Tribunali (Tribunales) che giudicavano gli accusati.
Erano formati da tre inquisitori, per la maggior parte membri del clero secolare, con esperienza giuridica, e altri funzionari come procuratori, segretari, notai e un difensore dell’accusato, che normalmente si limitava a informare l’accusato di come si svolgeva il procedimento.
Per ultimo Familiari (Familiares), erano senza salario fisso. Incoraggiavano le delazioni, raccoglievano le testimonianze e catturavano gli accusati. Nonostante fossero personaggi odiati dalla popolazione, il loro numero crebbe notevolmente perché venivano esentati dai contributi fiscali e potevano girare armati. Inoltre la familiarità con l’Inquisizione era considerata prestigiosa e prova di “purezza di sangue”.
Altri ausiliari del Giudice, oltre al personale che era presente nelle cause e che stava in giudizio, era composta da segretari, esattori (detti receptors), contabili (i cosiddetti contador), medici, presenti alla tortura e dovevano constatare che non si rompessero le ossa né che venissero inferti colpi mortali, notai che verbalizzavano tutto ciò che l’inquisito diceva sotto tortura.
Vi era inoltre l’avvocati d’ufficio, che pur essendo un ausiliare del giudicante difendeva l’inquisito se questi lo richiedeva, limitandosi spesso ad una difesa blanda ed enumerativa informando l’accusato di come si svolgeva il procedimento.
C’erano anche Consulenti Tecnici d’Ufficio, periti di determinate materie, i consultori e i qualificatori.
I commissari e i familiari svolgevano grossomodo la fase delle indagini, una sorta di attuale polizia giudiziaria.
Era molto difficile nominare commissari, che si occupavano della redazione del rapporto finale delle indagini fatte dai colleghi familiares, addirittura spesso gli stessi, data la mancanza di laici adatti al compito, erano scelti tra i chierici, ed anche la scelta del personale non fu particolarmente accurata, si tenne poco conto della qualità di limpeza de sangre, ovunque invece necessaria per far parte all’inquisizione.
Attraverso le prime denunce gli inquisitori formano quindi una lista di persone sospette; procedono quindi a individuare i testimoni, anche se per processare una persona ne basta uno solo. Parenti, amici, vicini di casa, datori di lavoro vengono quindi avvicinati dai Familiares sotto copertura uomini e donne -sì perché poteva essere nominato Familiares anche una donna- segretamente al servizio del tribunale che li utilizza per raccogliere informazioni che li interrogano con circospezione sull’indagato.
Le condizioni privilegiate, che l’affiliazione al tribunale come ufficiali o familiari offre, a costituire una meta ambita. I familiari, che svolgono compiti di vigilanza del territorio e di informazione, che consentono con delazioni e denunce il funzionamento dell’ingranaggio inquisitoriale, pur non essendo remunerati per compiti che possono risultare anche gravosi, godono infatti di numerose prerogative e privilegi: esenzioni fiscali, diritto al porto d’arma, facoltà, estensibile (ed estesa) a congiunti e servitori, di essere giudicati dal tribunale inquisitoriale anche per reati comuni. In una società dove la legge è disuguale per tutti e dove ciascuno, a seconda della sua posizione sociale, può essere giudicato da un foro diverso.
Giovanni Di Rubba