Una folla commossa di amici, parenti e concittadini si è radunata nel pomeriggio davanti al Municipio di San Sebastiano al Vesuvio per ricordare Santo Romano, il diciannovenne ucciso da un colpo di pistola nella notte tra venerdì e sabato. Il giovane, calciatore, promettente portiere, è stato colpito a morte proprio davanti alla sede comunale, mentre un suo coetaneo è rimasto ferito al gomito.
Un dolore condiviso
Tra i presenti, la madre di Santo, visibilmente e inevitabilmente affranta, abbracciava l’altro figlio in un gesto di disperazione e solidarietà. “Un ragazzo umile, un ragazzo a cui piaceva vivere, avevamo tanti progetti di vita. Stavamo decidendo dove andare a passare le vacanze di Natale” ha detto tra le lacrime Filomena De Mare, madre di Santo.
Dopo il raduno al Municipio, i partecipanti si sono mossi in processione verso il Santuario diocesano di San Sebastiano Martire, dove don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha tenuto una veglia di preghiera in memoria del giovane.
Le parole dell’arcivescovo di Napoli Don Mimmo Battaglia
“Dio che ascolti chi non parla, io non ho più parole. Tale è il dolore e l’ incertezza! La mia Chiesa, stanca di accompagnare giovani vite al congedo terreno, non ha più parole se non le tue e per questo ti prego: non cessare di parlare a chi finora non ti ha ascoltato“.
Nel corso della veglia al santuario di San Sebastiano, davanti a tantissime persone ha continuato chiedendo a Dio: “Parla al cuore di chi può intervenire, di chi può aiutarci a porre fine a questa assurda spirale di violenza che sta invadendo l’intera città metropolitana”, ha scandito don Mimmo Battaglia.
“Parlo a coloro che hanno sporcato con il sangue e la paura le strade, i marciapiedi, le case, i cuori della nostra terra. Genera nel loro cuore inquietudini sante e tormenti benedetti e ridesta nella coscienza dei giovani e degli adolescenti invischiati nella rete mafiosa della violenza, la consapevolezza che il vero valore dell’uomo non sta nel dominare e nell’ uccidere ma nel deporre le armi ai tuoi piedi sapendo che solo tu sai trasformare strumenti di morte in sorgenti di vita, sapendo che solo il tuo perdono ci rende veramente liberi e ci restituisce la dignità perduta”.
La comunità in lutto
Mazzi di rose bianche sono stati depositati davanti alla sede del Comune, un simbolo di purezza e di innocenza perduta. “Era un ragazzo pieno di vita e di sogni. Non possiamo credere che non ci sia più,” ha dichiarato un amico di famiglia. Alla veglia hanno partecipato anche le famiglie di altri ragazzi uccisi in circostanze simili, tra cui i parenti di Francesco Pio Maimone, ucciso a Mergellina nel marzo 2023, e la famiglia di Ciro Colonna, vittima di un agguato di camorra a Ponticelli nel 2016. La loro presenza ha sottolineato come la violenza giovanile continui a mietere vittime innocenti.
La risposta delle istituzioni
Nel frattempo, all’interno del Municipio si è svolto un comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto di Napoli, Michele di Bari. “La morte di un giovane è un impoverimento per tutta la comunità“, ha affermato il prefetto. “C’è bisogno di una maggiore attività educativa e sociale, oltre all’implementazione di tutti i servizi. Le sentinelle sociali di controllo del territorio stanno venendo meno“.
Il sindaco di San Sebastiano, Peppe Panico, ha espresso la sua gratitudine alle forze dell’ordine: “Non volendo usare frasi di circostanza, d’intesa con Sua Eminenza Battaglia e il Prefetto Di Bari, abbiamo convocato un tavolo di Sicurezza ed Ordine Pubblico presso il nostro Comune. Ringrazio le forze dell’ordine e la Polizia Municipale per il loro impegno nelle indagini, rese possibili anche grazie alle immagini di videosorveglianza“.
Un futuro da ricostruire
La comunità di San Sebastiano al Vesuvio è profondamente scossa da questo tragico evento. La veglia di preghiera e la fiaccolata hanno rappresentato un momento di unione e riflessione, ma il cammino verso la guarigione sarà lungo. Le istituzioni locali, insieme alla cittadinanza, dovranno lavorare per ricostruire un senso di sicurezza e comunità, per impedire che tragedie come questa possano ripetersi.
Al termine della veglia, il corteo ha dato vita a una fiaccolata fino al Municipio. Qui alcuni amici hanno issato striscioni urlando a più riprese: “Santo vive con noi“.