Santo Romano provò “a fare da paciere”. Per il suo omicidio il killer minorenne verso il processo

La procura non ha dubbi: L.D.M., all'epoca dei fatti 17enne, avrebbe sparato per uccidere. La vittima, cercava di fare da paciere in un litigio nato per futili motivi e sarebbe stata raggiunta da un colpo al petto

Il pubblico ministero della Procura per i Minorenni, Ettore La Ragione, non ha dubbi sulla dinamica dell’omicidio di Santo Romano, il 19enne ucciso il 2 novembre scorso a San Sebastiano. Secondo quanto emerso dalla conclusione delle indagini notificata lo scorso 23 dicembre, il responsabile sarebbe L.D.M., all’epoca dei fatti 17enne, che avrebbe sparato per uccidere. La vittima, che cercava di fare da paciere in un litigio nato per futili motivi, sarebbe stata raggiunta da un colpo al petto, mentre un suo amico è rimasto ferito di striscio al gomito.

Le indagini, condotte dalla Procura guidata da Patrizia Imparato, hanno incrociato testimonianze e immagini delle telecamere di sorveglianza, confermando che Santo Romano sarebbe intervenuto per tentare di calmare una lite nata per un pestone ricevuto da L.D.M., che avrebbe macchiato un paio di scarpe griffate del minorenne. L.D.M. quella sera era uscito armato, guidando un’auto di famiglia senza patente, e avrebbe già mostrato atteggiamenti aggressivi in precedenza, puntando la pistola contro un altro ragazzo.

Dopo l’omicidio, le immagini delle telecamere hanno documentato la fuga di L.D.M., che avrebbe cercato di far sparire prove spostandosi nella zona di Chiaia per eliminare la scheda SIM del cellulare. Rientrato poi a Barra, il giovane avrebbe scoperto solo il giorno dopo la morte di Santo Romano.

I magistrati hanno concluso che Santo Romano è stato ucciso mentre cercava di evitare un’escalation di violenza. I familiari della vittima e l’amico ferito sono stati indicati come parti offese nella conclusione delle indagini.

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