Una vicenda che si fa sempre più complessa con il passare delle ore, quella della morte della piccola Giulia, la bimba di nove mesi trovata senza vita nella notte tra sabato e domenica in un appartamento del quartiere Ice Snei di Acerra. Il referto medico evidenzia ferite lacerocontuse alla testa e contusioni al collo, ma il mistero si infittisce a causa dell’assenza di tracce di sangue sul pitbull di famiglia, inizialmente ritenuto responsabile dell’aggressione fatale.

I rilievi sui cani: nessuna traccia di sangue sul pitbull

Dopo la tragedia, Tyson, il pitbull di otto anni presente in casa, è stato portato dai veterinari dell’Asl per accertamenti. Tuttavia, sul cane non sono state trovate tracce organiche riconducibili alla bambina. In casa era presente anche un altro cane, Laika, una meticcia adottata circa un anno fa, sulla cui testa sarebbe invece stato rilevato un “imbrattamento da sangue”. I veterinari stanno analizzando campioni di feci di entrambi gli animali per verificare eventuali tracce della piccola. Secondo l’Asl Napoli 2, i risultati di queste analisi potrebbero fare chiarezza sull’accaduto.

L’assenza di segni di violenza evidente sugli animali solleva interrogativi tra gli inquirenti. Gli accertamenti ordinati dalla Procura di Nola dovrebbero aiutare a chiarire le circostanze dell’accaduto e stabilire se effettivamente la bimba sia stata uccisa dal cane o se ci siano altri elementi da considerare.

Il padre indagato: il suo racconto al vaglio degli inquirenti

Vincenzo Loffredo, padre della piccola Giulia, è attualmente indagato per omicidio colposo, omessa custodia e vigilanza dei cani. Il giovane, 25 anni, è risultato positivo all’hashish e ha dichiarato agli investigatori di non aver sentito nulla durante la presunta aggressione. “Mi sono svegliato e l’ho trovata ferita ed esanime. L’ho presa subito e l’ho portata al pronto soccorso“, avrebbe riferito agli inquirenti.

Le forze dell’ordine stanno esaminando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona per ricostruire i movimenti dell’uomo nella notte tra sabato e domenica. Se emergesse che Loffredo ha lasciato l’appartamento, lo scenario potrebbe cambiare radicalmente. Al momento, l’uomo sostiene di essersi addormentato accanto alla figlia senza essersi accorto di nulla fino al risveglio.

Le dichiarazioni dei nonni materni: “Sappiamo cosa è successo”

In preda allo choc, anche la madre di Giulia, Angela Castaldo, 23 anni, cameriera, cerca di affrontare l’immenso dolore. Intanto, i nonni materni della bambina, Carmine e Ventura Castaldo, hanno rilasciato dichiarazioni con le quali credono fermamente alle parole del genero e che il colpevole della morte della nipote sia proprio Tyson.

Ho sempre detto a mio genero che quel cane doveva andare via dalla casa, ma non mi ha mai ascoltato“, ha affermato Carmine Castaldo. I nonni sono convinti che sia stato il pitbull ad aggredire mortalmente la piccola. “Sappiamo ogni cosa di quello che è successo“, sostengono. “Sabato notte Vincenzo si è addormentato accanto alla nostra nipotina, quando all’improvviso il cane ha afferrato la piccola e l’ha trascinata a terra. Quella bestia ha agito in totale silenzio. Quando nostro genero si è svegliato ha trovato la bambina sul pavimento, avvolta nel sangue. Poi il medico legale ci ha detto che il cane le aveva spezzato il collo appena l’ha afferrata“.

Anche la nonna materna, Ventura Castaldo, ha voluto difendere il genero, escludendo qualsiasi responsabilità diretta dell’uomo. “Nostro genero ce lo ha detto ripetutamente: era molto stanco, lui si sveglia alle quattro e mezza del mattino per andare a lavorare al bar. Quindi, verso mezzanotte è crollato e si è addormentato e quando si è svegliato ha trovato quel macello. Lui è un bravissimo ragazzo. Amava molto Giulia e ama la sua compagna. È un lavoratore“.

La madre: “Se solo fossi tornata prima…”

Angela Castaldo, madre della piccola, non riesce a darsi pace. “Mia figlia non era in casa, stava lavorando in pizzeria“, spiega Ventura Castaldo. “Se solo fosse rientrata dal lavoro appena mezz’ora prima, mia nipote si sarebbe salvata“.

L’inchiesta prosegue nel tentativo di ricostruire con esattezza cosa sia accaduto quella notte. Gli investigatori stanno analizzando ogni elemento per chiarire i dubbi ancora aperti su questa tragedia che ha scosso l’intera comunità di Acerra.

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