Napoli, mobilitazione nazionale dopo il panico per il terremoto

La scossa di terremoto registrata all’1:25 con epicentro a via Napoli, al confine tra i comuni di Napoli e Pozzuoli, ha generato una notte di panico per migliaia di persone. Con una magnitudo di 4.4, la stessa del sisma di maggio scorso, si tratta del terremoto più forte degli ultimi quarant’anni nei Campi Flegrei.

La durata prolungata del sisma e le forti accelerazioni al suolo, tra le più intense mai registrate da quando il bradisismo ha ripreso vigore, hanno contribuito ad alimentare la paura. “Recentemente – ha spiegato Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv – si è triplicata la velocità di sollevamento del suolo, da 1 a 3 centimetri al mese”. Per il futuro, nessuna certezza: “Non possiamo escludere – mette in guardia il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – che nelle prossime ore o giorni ci possano essere altre scosse di pari entità”.

Il bilancio del sisma conta un ferito a Bagnoli a causa del crollo di una controsoffittatura, una villetta sgomberata, una chiesa chiusa, una scuola interdetta e alcune strade imbiancate dalla polvere dei calcinacci caduti sulle auto in sosta. Tredici persone hanno fatto ricorso al 118 per crisi di panico, piccole ferite da schegge di vetro (tra cui un bambino di 5 anni) o cadute durante la fuga. Nonostante l’apparente contenimento dei danni, il terremoto ha rappresentato “uno stress test importante per il patrimonio edilizio della città e il fatto che non ci siano danni strutturali significa che c’è una buona capacità sismica” ha dichiarato il sindaco Manfredi. Tuttavia, i controlli sugli edifici proseguiranno nelle prossime ore.

L’attenzione resta alta anche da parte delle istituzioni. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha contattato il sindaco Manfredi per esprimere vicinanza alla città. Anche la premier Giorgia Meloni ha seguito da vicino la situazione in costante contatto con il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci, che ha firmato il decreto dello stato di mobilitazione nazionale su richiesta del governatore campano Vincenzo De Luca. “Questo significa – spiega il prefetto di Napoli Michele di Bari – avere uno strumento flessibile che dà la possibilità di avere maggiori risorse dal punto di vista della pianificazione”.

Resta il timore per la stabilità degli edifici, come sottolineato dal capo della Protezione Civile Fabio Ciciliano: “Non è il terremoto a uccidere, ma la casa in cui viviamo”. Un appello alla sicurezza condiviso dal governatore De Luca, che ha chiesto un intervento straordinario del Governo per verificare la stabilità delle strutture nell’area flegrea.

La paura ha spinto molte persone a lasciare le proprie abitazioni nella notte. Momenti di tensione si sono registrati all’esterno della ex base Nato di Bagnoli, dove centinaia di cittadini hanno cercato riparo ma hanno trovato i cancelli chiusi. La folla ha quindi forzato l’ingresso, sostenendo che l’area dovrebbe essere sempre accessibile in caso di emergenza. Una posizione accolta dal sindaco Manfredi, che ha annunciato che la ex base Nato diventerà un’area di accoglienza permanente. Intanto, il Comune di Pozzuoli ha messo a disposizione il palazzetto dello sport per chi non se la sente di tornare a casa. Molti, per precauzione, trascorreranno un’altra notte in macchina.

Sul fronte della protezione civile, il ministro Musumeci ha escluso per ora scenari più gravi, ma non l’eventualità di evacuazioni: “I cittadini devono sapere su quale territorio vivono e quali rischi corrono. L’ipotesi di evacuazione non è assolutamente da scartare, ma in questo momento i vulcanologi ci dicono che è prevista una sequela di scosse ma nessuna imminente attività eruttiva”.

Sarah Riera

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