La corte d’appello di Napoli ha confermato questa mattina l’assoluzione di Anna Basco, madre di Samuele Basco, il killer di Antonio Rivieccio, accusata di concorso in omicidio volontario pluriaggravato. La decisione ribadisce quanto già stabilito in primo grado, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Antonio Iorio e ritenendo insufficienti le prove contro la donna.
L’accusa, sostenuta dalla procura, aveva chiesto 23 anni di reclusione per Anna Basco, basandosi su testimonianze e intercettazioni secondo cui la donna avrebbe istigato il figlio minorenne a commettere l’omicidio. In particolare, si ipotizzava che fosse presente sulla scena del delitto e che avesse incitato il figlio con frasi come: “Spara, spara. Uccidilo”. Tuttavia, tali elementi non sono stati ritenuti sufficienti per condannarla.
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La vicenda risale alla notte tra il 10 e l’11 marzo 2020 nel Piano Napoli di Boscoreale. Antonio Rivieccio, dopo aver accompagnato la fidanzata a casa, era salito sullo scooter con il fratello di lei per fare un giro nel quartiere. Durante il tragitto, si verificò un episodio che degenerò in tragedia: forse una lite per motivi di viabilità, forse uno sguardo di troppo.
Samuele Basco, all’epoca diciassettenne, si trovò faccia a faccia con Rivieccio. Quest’ultimo lo seguì fino a casa per un chiarimento, ma il giovane, armato di pistola, esplose tre colpi. Uno di questi risultò fatale, recidendo l’aorta femorale della vittima, che giunse in ospedale in stato di shock emorragico irreversibile.
Dopo il processo di primo grado, l’assoluzione di Anna Basco è stata ora confermata in appello, chiudendo definitivamente la sua posizione giudiziaria.