I fatti risalgono allo scorso 11 febbraio, quando la Guardia Costiera aveva chiuso l’attività della T.G.S. Srl, un’azienda di Striano specializzata nella lavorazione della galvanica elettrolitica, già al centro di un’inchiesta.
Il rappresentante legale della ditta si sarebbe reso responsabile di inquinamento ambientale, scarico abusivo di reflui industriali e illecito smaltimento e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi.
Nonostante i sigilli posti dalla Guardia Costiera, l’uomo, nominato custode giudiziario, si sarebbe introdotto nella struttura sottoposta sotto sequestro pochi giorni dopo. Per questo motivo, il titolare dell’aziendaè stato posto agli arresti domiciliari in base a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della Procura oplontina. Ad eseguire il provvedimento è stato il personale della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia.
Stando a quanto sarebbe stato accertato dagli inquirenti, l’azienda, in assenza delle prescritte autorizzazioni e di un preventivo e adeguato trattamento depurativo, avrebbe effettuato lo scarico abusivo delle acque reflue industriali provenienti dal ciclo lavorativo dell’opificio. Infatti, le analisi di laboratorio effettuate nella circostanza avevano rilevato la presenza di metalli pesanti (zinco, cromo e rame), prodotti dal ciclo lavorativo, che invece di essere individuati solo nel “circuito chiuso” utilizzato dall’opificio, sarebbero stati presenti anche nel suolo, nel sottosuolo e all’interno della fognatura pubblica, causando così un grave danno all’ambiente.
Sarah Riera