Un’importante scoperta archeologica è emersa durante uno scavo nella necropoli di Porta Sarno a Pompei. Si tratta di un rilievo funebre di una coppia, un uomo e una donna a dimensioni quasi reali, pertinente a una tomba monumentale.
La scoperta è avvenuta nell’ambito del progetto di ricerca ‘Investigating the Archaeology of Death in Pompeii’, condotto dall’Universitat de València in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, sotto la direzione scientifica del professor Llorenç Alapont.
Il trasferimento e la mostra
Le due sculture ad alto rilievo sono state trasferite nella Palestra Grande degli scavi per avviare un accurato restauro. I reperti saranno tra i pezzi di maggior rilievo della mostra ‘Essere donna nell’antica Pompei’, che inaugurerà il 16 aprile prossimo. I visitatori avranno l’opportunità di osservare da vicino i delicati interventi di restauro, che saranno condotti durante la mostra stessa.
Un ritrovamento di grande valore storico
L’area dello scavo corrisponde a una zona già investigata negli anni ‘90 per la costruzione del doppio binario della Circumvesuviana. Nel 1998, gli scavi avevano già rivelato oltre 50 sepolture a cremazione, segnate da stele e monumenti funerari ad arco.
Le recenti indagini hanno permesso di portare alla luce una tomba monumentale caratterizzata da un ampio muro con nicchie sormontate dal rilievo di una figura femminile e una maschile, probabilmente una coppia di sposi.
Un’ipotesi affascinante
Il simbolismo degli accessori scolpiti della figura femminile suggerisce che la donna possa essere stata una sacerdotessa di Cerere. Inoltre, la qualità dell’intaglio e lo stile arcaico delle sculture fanno ipotizzare una datazione al periodo tardo repubblicano.
Un progetto multidisciplinare
“Questa campagna – ha dichiarato il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – è un’occasione preziosa per ampliare le ricerche e valorizzare l’area fuori le mura di Pompei. Grazie alla collaborazione con l’Università di Valencia, che aveva già scoperto la Tomba di Marco Venerio Secundio nella stessa zona, è stato possibile realizzare un progetto multidisciplinare che ha coinvolto archeologi, architetti, restauratori e antropologi”.
Una scoperta che aggiunge un nuovo tassello alla conoscenza dell’antica Pompei e delle sue usanze funerarie.