Le autorità investigative stanno sempre più convergendo sull’ipotesi del suicidio per spiegare la tragica morte di Lucia Iervolino, la donna di 30 anni deceduta a seguito delle gravi ustioni riportate. Nonostante la dinamica particolarmente cruenta dell’evento, gli inquirenti proseguono gli accertamenti per ricostruire con esattezza quanto accaduto.

Decesso dopo il ricovero al Cardarelli

Lucia Iervolino è morta nel reparto Grandi Ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli, dove era stata ricoverata in condizioni disperate. Le ustioni, che avevano interessato il 90% del corpo, si sono rivelate fatali, nonostante i tentativi dei medici di salvarle la vita.

Indagini coordinate dalla Procura di Nola

Le indagini sulla vicenda sono condotte dai carabinieri, sotto il coordinamento della Procura di Nola. A seguire il caso sono il sostituto procuratore Aurelia Caporale e il procuratore Marco Del Gaudio. Gli investigatori stanno esaminando ogni dettaglio per confermare o smentire definitivamente l’ipotesi del suicidio.

La testimonianza del marito

Nella giornata di ieri, il marito della vittima è stato sottoposto a un lungo interrogatorio da parte delle forze dell’ordine, ma come persona informata sui fatti. Secondo quanto emerso, l’uomo si trovava in casa al momento della tragedia, insieme alla loro bambina di otto mesi.

Il ritrovamento in bagno e l’intervento del 118

A lanciare l’allarme e a richiedere l’intervento dei sanitari del 118 è stato lo stesso marito. I soccorritori, giunti sul posto, hanno trovato Lucia Iervolino in bagno, ancora viva, ma con ferite gravissime. Nonostante il tempestivo trasporto in ospedale, le ustioni riportate non le hanno lasciato scampo.

Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni per chiarire ogni aspetto di questa drammatica vicenda.

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