Secondo gli inquirenti, quattro politici di Torre Annunziata avrebbero dichiarato falsamente di non avere pendenze tributarie al momento dell’accettazione della carica istituzionale. Tuttavia, le indagini hanno fatto emergere debiti mai saldati per imposte comunali accumulate tra il 2007 e il 2020, per un totale complessivo che supera i 36.000 euro.

Gli importi contestati ai quattro indagati

Le somme dovute dai consiglieri e dall’ex assessore variano sensibilmente:

  • Maria Di Maio: 142,51 euro
  • Raffaella Celone: 596,06 euro
  • Raffaele De Stefano: 1.926,24 euro
  • Gianfranco Scafa: 33.828,75 euro

Il caso più rilevante è quello dell’ex assessore Gianfranco Scafa, che risulta debitore per quasi 34.000 euro, mentre gli altri indagati devono somme nettamente inferiori, oscillanti tra poco più di 100 euro e meno di 2.000 euro.

Le spiegazioni degli indagati

Maria Di Maio: “Non ero a conoscenza della cifra”

Maria Di Maio, alla quale viene contestato un importo di 142,51 euro, ha dichiarato: “Quando ho firmato per l’insediamento non sapevo di dover pagare questa cifra. Si tratta di un importo minimo relativo all’abitazione di mia madre. Appena informata, ho saldato immediatamente”.

Raffaella Celone: “Il pagamento è stato stornato”

Raffaella Celone sostiene di aver versato la somma di 596,06 euro nel 2022, ma il pagamento è stato annullato per un errore amministrativo. “Ho effettuato un bonifico su un IBAN della tesoreria comunicato dalla Soget, ma il conto non era più attivo. Pensavo che la vicenda fosse chiusa, invece ho scoperto la pendenza solo nel 2024”. Nonostante il pagamento iniziale, il Comune ha comunque proceduto con il pignoramento di parte del suo stipendio.

Raffaele De Stefano: “Non sapevo della doppia riscossione”

A Raffaele De Stefano viene contestata una somma di 1.926,24 euro per Tari e Tares non pagate. Il consigliere afferma: “Non ero a conoscenza della necessità di versare il pagamento anche alla Soget, visto che Torre Annunziata ha due diverse agenzie di riscossione. Appena informato, ho regolarizzato la mia posizione”.

Il debito di Scafa: 33.828,75 euro non versati

Il caso più grave è quello di Gianfranco Scafa, dimessosi a novembre dopo appena tre mesi di amministrazione. Secondo la Procura, deve quasi 34.000 euro per mancati pagamenti di Tarsu, Tari-Tares e Imu. L’entità del debito avrebbe contribuito alla sua decisione di lasciare l’incarico senza fornire spiegazioni ufficiali.

Le prossime mosse della Procura

Ora che l’indagine è terminata, la Procura valuterà se chiedere il rinvio a giudizio. In tal caso, i quattro esponenti politici dovranno affrontare un processo per false attestazioni sulle loro situazioni debitorie. Nel frattempo, tutti gli indagati sostengono di aver agito in buona fede e di voler chiarire la propria posizione.

 

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