Ha diciassette anni il ragazzo fermato per l’omicidio di Davide Carbisiero, avvenuto nella notte tra sabato 12 e domenica 13 aprile, all’interno della sala slot “Royal Beautiful” di Cesa, in provincia di Caserta. Il minorenne, originario di Succivo, proprio come Davide, ma residente a Cesa, si è costituito ai carabinieri nella giornata di domenica e ha confessato di aver avuto un alterco con la vittima, culminato in una sparatoria mortale.
La Procura per i Minorenni di Napoli, valutati gli elementi raccolti, ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti del ragazzo, ritenuto gravemente indiziato dell’assassinio. Il provvedimento è arrivato nella tarda serata di domenica, dopo ore di interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Aversa.
La dinamica dell’omicidio
Davide Carbisiero, 19 anni, incensurato, è stato freddato con almeno tre colpi di pistola all’interno della sala slot aperta 24 ore su 24 e adiacente a un bar, ma strutturalmente separata da esso. Il corpo del giovane è stato trovato all’alba, intorno alle sei del mattino, da alcuni dipendenti addetti alle pulizie.
Poche ore prima, intorno alle quattro, Davide aveva accompagnato a casa la fidanzata. Da quel momento in poi, il suo telefono risultava irraggiungibile. È stata proprio la ragazza a lanciare i primi allarmi dopo aver provato invano a contattarlo.
Il giovane si costituisce
Intorno alle 15 di domenica, probabilmente sentendosi braccato, il minorenne ha deciso di presentarsi spontaneamente ai carabinieri, accompagnato dai genitori. Subito interrogato dagli investigatori, avrebbe ammesso le proprie responsabilità, raccontando di un litigio scoppiato all’interno della sala giochi. Non è ancora chiaro se l’incontro tra i due sia stato casuale o concordato.
La Direzione distrettuale antimafia e i carabinieri della compagnia di Aversa mantengono il più stretto riserbo sui motivi alla base dell’omicidio. La versione fornita dal ragazzo è ora al vaglio degli inquirenti, che stanno esaminando anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della sala slot, del bar e di un vicino supermercato.
Indagini inizialmente dirette verso ambienti criminali
Nelle primissime ore dopo il ritrovamento del cadavere, gli investigatori avevano attenzionato anche l’ambiente familiare della fidanzata della vittima, in particolare il padre, Massimiliano Milone, considerato un elemento di spicco della criminalità dell’area atellana, con precedenti per traffico di droga. Sul luogo del delitto si era infatti recato anche un magistrato della Dda di Napoli, per valutare l’eventuale coinvolgimento della malavita organizzata dell’agro aversano.
L’ipotesi è però tramontata nel primo pomeriggio, con il fermo del minorenne che ha indirizzato le indagini verso una vicenda personale, sebbene resti aperta ogni pista sul vero movente del delitto.
Famiglia distrutta dal dolore
Quando i familiari di Davide sono giunti sul luogo del ritrovamento del corpo, poco dopo le dieci del mattino, hanno trovato carabinieri in assetto operativo e la zona completamente transennata. Nessuno ha potuto vedere il corpo del giovane all’interno della sala giochi. Straziante la scena della madre, dei fratelli, di una zia e della fidanzata, tutti uniti dal dolore, tra lacrime e rabbia contenuta.
Un nuovo episodio di sangue a Cesa
L’omicidio di Davide Carbisiero arriva a meno di un anno da un altro fatto di sangue che aveva scosso la stessa area. Il 15 giugno scorso, Antonio Mangiacapre, operaio 54enne di Cesa, fu accusato del duplice omicidio dei fratelli Marco e Claudio Marrandino, avvocato e imprenditore, rispettivamente di 39 e 29 anni. Il delitto avvenne nei pressi dello svincolo della statale Nola-Villa Literno, in territorio di Succivo, e fu ripreso da telecamere di sicurezza e testimoniato da una pattuglia dei carabinieri, che si trovava casualmente nei pressi.
Proseguono le indagini per fare piena luce su quanto accaduto
Per l’omicidio del giovane Davide le indagini proseguono, con l’obiettivo di chiarire ogni dettaglio dell’accaduto, definire le responsabilità e comprendere le ragioni che hanno portato due giovani cresciuti nello stesso territorio a trovarsi faccia a faccia in una notte di sangue.