La Polizia di Stato ha tratto in arresto un imprenditore campano ritenuto latitante di rilievo, nell’ambito del progetto “Wanted”, promosso dal Servizio Centrale Operativo e mirato alla cattura di soggetti sottrattisi a provvedimenti giudiziari.
L’uomo, condannato in via definitiva a 7 anni di reclusione per reati legati al traffico illecito di rifiuti, alcuni dei quali aggravati dal metodo mafioso, era coinvolto nei lavori di ripristino successivi alla mareggiata che colpì Rapallo nel 2018. La Procura Generale presso la Corte di Appello di Genova aveva disposto la sua cattura.
Le indagini, condotte congiuntamente dalle squadre mobili di Genova e Napoli, hanno rivelato una rete di precauzioni adottate dal latitante per eludere l’arresto: cambi frequenti di cellulari e SIM intestate a prestanome stranieri, uso di false identità e interruzione dei rapporti con la cerchia familiare.
A tradirlo, un controllo medico effettuato in una clinica di Pompei, che ha permesso agli investigatori di localizzarlo. Al momento dell’arresto, l’uomo era in possesso di una carta d’identità elettronica e di una patente con generalità false, documenti che riportavano comunque la sua effige.
Considerata la validità per l’espatrio di uno dei documenti, l’arresto è avvenuto anche ai sensi dell’articolo 497-bis del codice penale (possesso e uso di documenti falsi validi per l’espatrio). L’uomo è stato trasferito presso il carcere di Secondigliano.