Napoli, clochard ucciso dopo lite per un materasso: in carcere un 36enne moldavo

Colpi d’arma da fuoco contro una tabaccheria per imporre il pizzo, minacce estorsive a un commerciante, violenze e intimidazioni per controllare affari legati alle scommesse, alla droga e persino al noleggio illecito di lettini su una spiaggia libera: sono alcuni degli episodi finiti nel mirino degli inquirenti e che hanno portato all’arresto di tre persone a Castellammare di Stabia.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli (pm Giuseppe Cimmarotta), hanno fatto emergere un sistema criminale radicato e operante con modalità mafiose, legato al clan D’Alessandro. I reati contestati vanno dalla violenza privata all’estorsione, dalla detenzione e porto di arma da fuoco alla ricettazione, dalla detenzione di droga a fini di spaccio fino all’accesso indebito a telefoni cellulari da parte di detenuti.

Tra i destinatari delle misure cautelari c’è Francesco Paolo Savarese, già detenuto, che dal carcere impartiva ordini via cellulare ai suoi complici, coordinando le estorsioni ai danni dei gestori delle piazze di spaccio locali. Savarese è anche marito di Mirian Teresa D’Alessandro, figlia di Luigi D’Alessandro, boss del clan omonimo attualmente al 41 bis: anche lei è stata raggiunta da un’ordinanza di custodia cautelare.

Il terzo provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere a Giovanni Cacace, arrestato di recente sempre dalla Polizia di Stato.

Sarah Riera

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano