Nasce la galleria commerciale di Pompei: addio abusivi, arrivano i chioschi di design firmati Politecnico

Dopo i sequestri per abusivismo, Pompei riparte con un progetto di riqualificazione urbana: 63 chioschi regolari, modulari e dal design unico, pensati come simboli riconoscibili della città

Una rivoluzione commerciale e urbana sta per trasformare Pompei. Dopo anni di bancarelle disordinate e numerosi casi di occupazione abusiva di suolo pubblico, la città mariana si prepara a voltare pagina con un progetto ambizioso e innovativo: la realizzazione di una galleria commerciale diffusa, pensata per integrarsi nel paesaggio archeologico e valorizzare l’offerta turistica. Il progetto, nato dalla collaborazione tra il Comune di Pompei e il Politecnico di Milano, prevede 63 nuovi chioschi regolari, suddivisi per funzione e dislocati in punti strategici come piazza Esedra, via Plinio e piazza Immacolata.

Il progetto: architettura e funzionalità con la firma del Politecnico

A illustrare il progetto, nel corso di una conferenza nella sala consiliare del Comune di Pompei, sono stati il sindaco Carmine Lo Sapio e tre docenti del Politecnico di Milano: Luisa Ferro, Lola Ottolini e Lorenza Petrini, in rappresentanza di due dipartimenti di Architettura e uno di Ingegneria. L’idea di fondo è quella di superare il concetto disordinato di bancarella per dar vita a una galleria commerciale all’aperto, capace di coniugare qualità architettonica, funzionalità e rispetto per il paesaggio urbano.

“Quello che realizzeremo non sarà la somma di una serie di bancarelle come c’erano prima, ma una galleria commerciale lungo la passeggiata archeologica e a piazza Esedra. Diventeranno un’attrazione, saranno fotografate ed imitate in tutto il mondo”, ha dichiarato il primo cittadino, sottolineando anche l’obiettivo di risolvere una questione annosa tra legittimità e abusivismo.

Addio concessioni: i chioschi saranno di proprietà comunale

La novità non riguarda solo la forma estetica e funzionale dei nuovi chioschi, ma anche l’aspetto giuridico e amministrativo. Le strutture, infatti, saranno di proprietà comunale, così come il suolo su cui insisteranno. I commercianti non riceveranno più concessioni, ma stipuleranno contratti di locazione, con un canone da versare all’ente pubblico. “I nuovi titolari avranno una postazione più dignitosa – ha spiegato Lo Sapio – e non dovranno più smontare tutto ogni sera: potranno chiudere e lasciare il materiale all’interno”. Un cambio di paradigma importante, frutto anche delle conseguenze giuridiche seguite alla maxi-operazione della Procura di Torre Annunziata e dei carabinieri, che nell’autunno scorso avevano sequestrato e poi demolito numerosi chioschi abusivi.

Le tipologie: 63 strutture modulari per souvenir, prodotti tipici e food

Il progetto prevede diverse tipologie di chioschi, ognuna pensata in base alla destinazione d’uso e alla collocazione nel contesto urbano:

  • 44 postazioni più piccole, composte da un semplice espositore, verranno installate a piazza Esedra. Qui, con una copertura coordinata, si formerà una sorta di piazza nella piazza, pensata per facilitare la passeggiata turistica.

  • 16 chioschi quadrati, da due metri per lato, troveranno posto su via Plinio e piazza Immacolata. Questi avranno una sagoma particolare, con espositori estraibili, ventilazione naturale garantita dal camino persiano e un tetto spiovente verso l’interno, ispirato all’impluvium delle antiche ville romane.

  • 3 chioschi speciali da due per tre metri saranno invece destinati alla somministrazione di bevande e cibi, dotati di spazi interni più ampi per ospitare attrezzature specifiche.

Design ispirato alla tradizione partenopea

Il team del Politecnico ha analizzato a fondo non solo le strutture precedenti di Pompei, ma anche esempi di chioschi presenti in altre città del mondo, studiandone l’ergonomia, la modularità e la funzionalità. Le docenti hanno spiegato che uno degli elementi più ispiranti è stato il casotto dell’acquaiuolo, presente tradizionalmente a Napoli e nell’hinterland. “Abbiamo esaminato tutto, non lasciando nulla al caso. I nuovi chioschi di Pompei dovranno essere riconoscibili, quasi un brand, facili da montare e smontare, personalizzabili e componibili”, hanno spiegato le tre professioniste.

Le strutture potranno essere affiancate in coppia o in gruppo, con la possibilità di aggiungere servizi igienici riservati agli operatori, integrati nella composizione modulare.

Un nuovo modello di commercio urbano

Il progetto si inserisce in un più ampio percorso di riqualificazione del commercio su suolo pubblico, dopo le gravi irregolarità emerse lo scorso anno e l’assenza di regole condivise. Per mesi, gli spazi sgomberati sono rimasti vuoti in aree strategiche del flusso turistico, incidendo negativamente sul decoro e sull’economia locale. Con l’approvazione unanime del Consiglio comunale di una delibera per l’uso temporaneo di aree private, è stata data una risposta d’emergenza, ma ora, con questo piano strutturale, si punta a una visione di lungo periodo.

“Vogliamo lasciare un segno nel tempo: bello, funzionale e capace di ispirare”, ha ribadito Lo Sapio, promettendo tempi rapidi: già dall’autunno si prevede l’assegnazione dei primi chioschi, compatibilmente con i tempi tecnici dei bandi pubblici.

Premialità per gli ex gestori, ma regole nuove per tutti

Il nuovo sistema, basato sulla locazione e sulla legalità, rappresenta una rottura definitiva con il passato, ma non dimentica chi per anni ha lavorato in condizioni precarie. Il sindaco ha infatti lasciato intendere che nel bando pubblico per l’assegnazione dei chioschi saranno previste premialità per i vecchi gestori, in segno di riconoscimento per l’attività svolta, pur se in un quadro giuridico non regolare.

Il futuro dei chioschi pompeiani sarà quindi fatto di moduli eleganti, spazi ordinati, funzioni diversificate e regole certe, in una cornice che mira a trasformare il commercio ambulante in elemento qualificante dell’identità urbana. Un progetto che unisce design, tradizione e trasparenza, destinato a diventare un modello replicabile a livello internazionale.

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