L’ennesimo agguato di camorra ha macchiato di sangue le strade dell’hinterland napoletano. A cadere sotto i colpi dei killer è stato Pasquale Buono, 45 anni, titolare incensurato di un negozio di intimo situato lungo il centrale corso Italia ad Afragola, dove è stato freddato davanti agli occhi del padre. Le modalità dell’omicidio, la dinamica fulminea e la fuga dei sicari fanno pensare a una nuova escalation nella faida tra clan nell’area nord di Napoli, scenario sempre più instabile della criminalità organizzata.
Un’esecuzione nel cuore del centro cittadino
L’agguato si è consumato nel tardo pomeriggio di mercoledì 11 giugno, poco dopo le 19, nei pressi delle Palazzine Gescal. Due uomini, giunti a bordo di una moto – descritta da alcuni testimoni come un TMax o un Honda SX – hanno raggiunto il negozio “L’Arcobaleno”, dove Pasquale Buono si trovava con il padre. I killer, con il volto nascosto da caschi integrali, sono entrati nell’esercizio e hanno fatto fuoco senza esitazione, esplodendo almeno tre-quattro colpi d’arma da fuoco che hanno colpito la vittima alle spalle e al torace.
La fuga dei killer e i soccorsi inutili
Secondo una prima ricostruzione, Pasquale Buono avrebbe tentato di ripararsi all’interno del negozio intuendo le intenzioni degli aggressori, ma è stato raggiunto dai proiettili prima di riuscire a mettersi in salvo. L’uomo è morto sul colpo, accasciandosi al suolo, mentre i sicari si sono dati alla fuga lungo via Milano, facendo perdere le proprie tracce. Sul posto sono giunti in pochi minuti gli agenti del commissariato di Afragola, i colleghi della Squadra Mobile di Napoli e i soccorritori del 118, ma per la vittima non c’era più nulla da fare: il cadavere è stato coperto con un telo bianco in attesa del magistrato di turno.
Un uomo incensurato ma ritenuto vicino al clan Moccia
Sebbene formalmente incensurato, Pasquale Buono viene indicato da fonti investigative come vicino a una delle costole del clan Moccia, potente organizzazione criminale storicamente radicata ad Afragola. La pista principale resta quella dell’omicidio di camorra, maturato nell’ambito delle nuove guerre tra clan che stanno infiammando i comuni a nord di Napoli. Le indagini sono ora in mano alla Direzione Distrettuale Antimafia, che coordina il lavoro degli investigatori.
Il possibile legame con l’agguato di Cardito
L’omicidio di Buono potrebbe non essere un episodio isolato. Appena 24 ore prima, nella vicina Cardito, un altro uomo è stato ucciso con modalità analoghe: si tratta di Antonio Vitale, 56 anni, pregiudicato noto alle forze dell’ordine, assassinato nella frazione di Carditello mentre si trovava alla guida della propria auto in via Tiziano Vecellio, accanto alla moglie. Anche in quel caso a colpire sono stati due killer in moto, che hanno sparato almeno dieci colpi di pistola, centrando la vittima mortalmente. L’uomo è stato trasportato in condizioni disperate all’ospedale di Frattamaggiore, dove è deceduto poco dopo.
La mappa criminale in trasformazione
Secondo le ipotesi degli inquirenti, questi omicidi potrebbero essere collegati tra loro e far parte di un più ampio regolamento di conti tra gruppi emergenti della camorra. I clan storici dell’area, come appunto il clan Moccia, risultano indeboliti da arresti e lunghi processi, e si trovano ora a fronteggiare nuove bande, spesso composte da giovanissimi senza struttura verticistica, ma capaci di azioni spietate e rapide, come confermano le due esecuzioni avvenute a poca distanza l’una dall’altra.
L’allarme delle forze dell’ordine
«È un contesto fluido, in cui la criminalità si muove con modalità sempre più imprevedibili», fanno sapere fonti investigative. Gli omicidi di Afragola e Cardito sarebbero quindi due tasselli di un mosaico che rappresenta una nuova stagione di sangue nel territorio a nord di Napoli, sempre più segnato da violenza diffusa e assenza di leadership consolidate all’interno delle organizzazioni criminali.
Le indagini proseguono in un clima di alta tensione
Intanto le indagini proseguono su due livelli paralleli: da un lato si cerca di ricostruire i legami tra le due vittime e le consorterie camorristiche della zona; dall’altro si lavora a una nuova mappatura dei gruppi criminali attivi tra Afragola, Cardito, Casoria e altri comuni limitrofi. Un’area dove si registra da mesi una recrudescenza della violenza, con episodi di fuoco incrociato, intimidazioni e agguati che evidenziano l’instabilità degli equilibri mafiosi locali.