Pompei, secondo giorno di protesta dei chioschisti: “Non abbiamo più tempo da perdere”

Continuano senza sosta le proteste dei commercianti ambulanti e dei gestori dei chioschi sequestrati a ottobre scorso dalla Procura di Torre Annunziata. Dopo mesi di attesa e incertezze, la categoria è tornata a far sentire la propria voce: questa mattina i lavoratori si sono radunati in piazza Bartolo Longo per una protesta ad oltranza, in attesa della “protesta generale” annunciata per il 13 giugno in piazza Esedra, in concomitanza con il convegno “Pompei e il suo Territorio” previsto all’auditorium degli Scavi.

“Non abbiamo più tempo da perdere. Vogliamo certezze sui tempi e garanzie di poter tornare a lavorare”. È questo l’appello lanciato dai lavoratori, che ormai da oltre sette mesi si trovano senza occupazione e denunciano una situazione diventata “insostenibile per tante famiglie”. Per oltre quattro ore hanno sfidato il caldo davanti a Palazzo De Fusco tra fischietti, striscioni, trombe da stadio e cori per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmine Lo Sapio.

Il confronto con l’Amministrazione, rappresentata dal sindaco, dal presidente del Consiglio comunale Giuseppe La Marca e dal dirigente del settore commercio Gianluca Fimiani, si è svolto nella stessa giornata ma si è concluso senza risultati concreti. I toni, raccontano i presenti, sono stati accesi.

Al centro della protesta ci sono due richieste principali. La prima è “tornare subito a lavorare su suolo pubblico”, come ha spiegato Raffaele Scisciola, presidente dell’associazione “Pompei fuori le mura”. Una richiesta che si lega alla proroga delle concessioni demaniali, scadute il 31 dicembre 2024 e prorogate dal Governo fino al 30 settembre 2027. La seconda è di procedere entro quella data a un “affidamento ex novo delle concessioni su suolo pubblico sulla base di quanto prevede la legge Bolkestein”, rifiutando così la proposta del Comune di realizzare nuovi chioschi pubblici assegnati in fitto tramite bando.

Il sindaco Lo Sapio respinge però le accuse e rivendica gli sforzi dell’amministrazione per sbloccare la situazione. Solo pochi giorni fa ha annunciato in conferenza stampa la collaborazione con il Politecnico di Milano per la progettazione dei nuovi chioschi, con tanto di prototipi in scala. In attesa dell’iter definitivo, il Comune aveva anche proposto di utilizzare temporaneamente un suolo privato in piazza Esedra tramite un contratto di comodato gratuito.

Ma l’accordo non è mai andato in porto. “Abbiamo perso altri quattro mesi per definire l’accordo, ma alla fine lo hanno rifiutato,” ha commentato amaramente Lo Sapio. Il consorzio dei lavoratori, costituito appositamente per sfruttare questa opportunità, ha lamentato “aspetti burocratici” che ne hanno ostacolato l’attuazione. Inoltre, secondo gli ambulanti, il progetto prevedeva una distribuzione irrealistica: 66 attività da far ruotare su appena 12-14 postazioni, fino a ottobre 2025, con pochi giorni di lavoro effettivo per ciascuno.

Sul tema è intervenuto anche il consigliere comunale d’opposizione Salvatore Caccuri: “Hanno tentato di aggirare la direttiva Bolkestein convinti che si potesse fare, ma ci sono sentenze amministrative che affermano il contrario”.

Sarah Riera

 

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