Dura la reazione del centrodestra stabiese dopo il rifiuto di Eav alla riattivazione delle fermate Circumvesuviana di Ponte Persica e Antiche Terme. “Eav conferma un’impostazione miope, distaccata e del tutto scollegata dalla realtà del nostro territorio. Parlano di fermate ‘soppresse’, di ‘flussi trascurabili’ e di ‘efficienza della linea’, ma ignorano due fatti fondamentali: Moregine è chiusa e la fermata Castellammare Terme è un’infrastruttura strategica per il rilancio delle Terme di Stabia e del turismo cittadino”, ha dichiarato il consigliere comunale Pasquale D’Apice (civica Progetto Stabia).
L’Eav, holding regionale dei trasporti presieduta da Umberto De Gregorio, ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di riaprire le due stazioni, rispondendo con un “no” secco alla mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale di Castellammare di Stabia. La posizione è stata formalizzata in una nota indirizzata al presidente del consiglio comunale Roberto Elefante.
“La fermata di Ponte Persica è stata soppressa ed eliminata nel 2017, in quanto incompatibile ed interferente con i lavori di raddoppio della tratta Torre Annunziata – Castellammare di Stabia”, si legge nella comunicazione dell’Eav, che aggiunge: “Nell’ambito degli stessi lavori è stata realizzata la nuova stazione di Moregine non lontana dal vecchio impianto di Ponte Persica”.
Ma proprio su questo punto D’Apice rilancia l’accusa: “Ci dicono che Ponte Persica è ‘demolita’ e non ripristinabile. Ma si dimenticano di dire che la stazione di Moregine, indicata come sostitutiva, è oggi chiusa. Di quale servizio alternativo stanno parlando? A chi serve Moregine se non è nemmeno attiva?”.
Quanto alla stazione Terme, l’Eav ha spiegato: “È dismessa da oltre 20 anni e l’impianto è del tutto fatiscente. L’eventuale ripristino richiederebbe di fatto il completo rifacimento del fabbricato viaggiatori, comprese banchina e pensilina, e quindi un finanziamento ad hoc“.
Inoltre, secondo l’Eav: “La creazione di una qualsiasi località di servizio (fermata ferroviaria) su una linea comporta un allungamento dei tempi di percorrenza sulla direttrice stimabile in 4/5 minuti, tra decelerazione, servizio viaggiatori ed accelerazione, e richiederebbe un costo di esercizio annuo di circa 500 mila euro, tra presenziamento e manutenzione, al momento non disponibile”.
D’Apice conclude con un appello: “La fermata Terme rappresenta una chiave concreta per il rilancio delle Terme di Stabia, patrimonio identitario e motore economico della città. La mobilità pubblica non può essere gestita solo con logiche aziendali. Ogni fermata cancellata è un pezzo di territorio che perde connessione, servizi e possibilità di sviluppo. È ora che Regione Campania e vertici Eav ascoltino realmente le esigenze della città”.
Sarah Riera