Una spirale di violenza culminata in un brutale pestaggio e in un tentativo di ritorsione ha portato un 28enne incensurato agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. I fatti si sono svolti tra la stazione Circumvesuviana di piazzale della Repubblica e la zona delle pinete di Cappella Nuova, nel territorio coperto dal commissariato di polizia diretto dal primo dirigente Stefano Losco. Il provvedimento cautelare è stato emesso su richiesta della Procura di Torre Annunziata a conclusione di un’articolata indagine su un episodio avvenuto lo scorso dicembre, le cui radici risalgono a novembre 2024.
Il furto dello scooter
Tutto comincia il 13 novembre 2024, quando un giovane si presenta al commissariato per denunciare il furto del proprio Honda SH. Il ciclomotore era dotato di un sistema di geolocalizzazione, che consente agli agenti di individuarne rapidamente la possibile destinazione: un’abitazione in via delle Margherite, a ridosso delle pinete di via Pisani. Durante il sopralluogo, la polizia rinviene nell’area un paravento appartenente al mezzo rubato, riconosciuto con assoluta certezza dalla vittima. Parte così una denuncia per ricettazione a carico di D.D.G., 28 anni, all’epoca dei fatti incensurato.
Il pestaggio e il tentativo di ritorsione
Pochi giorni dopo la denuncia, la situazione precipita. Secondo quanto raccontato dal ragazzo, mentre si trovava nei pressi della chiesa dello Spirito Santo, a piazzale della Repubblica, viene aggredito violentemente da un uomo che cerca di convincerlo a ritirare la querela. Le botte sono così violente da costringerlo a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale Maresca, dove riceve una prognosi di 30 giorni per le lesioni riportate.
Le indagini e l’arresto
Gli investigatori del commissariato di polizia, coordinati dalla Procura oplontina, si mettono subito al lavoro. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona e le testimonianze raccolte conducono a un’identificazione inequivocabile: l’aggressore sarebbe lo stesso 28enne già denunciato per la ricettazione dello scooter. La coerenza del quadro probatorio ha spinto la Procura a chiedere una misura cautelare che il giudice ha accolto: arresti domiciliari per D.D.G. e obbligo del braccialetto elettronico.
Il pestaggio ai danni della vittima, secondo gli inquirenti, aveva lo scopo evidente di bloccare la procedura giudiziaria e interrompere il corso delle indagini.
Indagini ancora in corso
Le forze dell’ordine non escludono che il 28enne possa aver agito con la complicità di altri soggetti o che siano emersi ulteriori elementi criminali nel contesto dell’intimidazione. Per questo, le indagini proseguono, nel tentativo di chiarire tutte le responsabilità al fine anche di prevenire nuovi episodi simili.