Fratelli trovati morti ai Quartieri Spagnoli: omicidio-suicidio, tragedia familiare nel cuore di Napoli

Raffaele e Franco Poce trovati morti in casa: l'ex guardia giurata avrebbe sparato al fratello malato e si sarebbe poi tolto la vita. Indagini in corso

Una tragica scoperta ha sconvolto la mattina di giovedì 3 luglio nei Quartieri Spagnoli di Napoli, dove due fratelli sono stati trovati senza vita, colpiti da colpi d’arma da fuoco all’interno di un’abitazione in vico Santo Spirito di Palazzo, nei pressi di piazzetta Carolina, a pochi passi da via Chiaia e piazza del Plebiscito. Le vittime sono Raffaele Poce, 80 anni, ex guardia giurata, e Franco Poce, 76 anni, ex sagrestano della chiesa di Santa Maria degli Angeli. I due corpi sono stati rinvenuti in un basso, all’interno dell’androne di un palazzo, da alcuni familiari e vicini. Immediato l’intervento sul posto della Polizia di Stato, della scientifica e dei soccorritori, che hanno potuto solo constatare il decesso.

L’ipotesi dell’omicidio-suicidio

Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, ancora al vaglio degli accertamenti, si fa sempre più strada l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. A quanto pare, sarebbe stato proprio Raffaele Poce, ex vigilante e titolare di una pistola a tamburo regolarmente detenuta, a sparare al fratello Franco, per poi togliersi la vita con la stessa arma. L’anziano, residente al Vomero, era solito recarsi con frequenza nella casa del fratello più giovane, affetto da gravi problemi di salute e in condizioni di disagio abitativo. Le indagini, tuttavia, non hanno ancora escluso del tutto altre possibilità e la dinamica dell’accaduto resta in fase di definizione.

Una famiglia segnata dalla solitudine e dalla malattia

Le informazioni emerse dalle testimonianze raccolte sul posto tratteggiano un quadro umano e familiare delicato e drammatico. “La malattia dopo vent’anni è tornata e il fratello non sopportava di vederlo ridotto così”, ha raccontato una donna, vicina di casa, ancora sotto shock. “Non è stata una lite, assolutamente. Raffaele aveva la pistola d’ordinanza perché era un’ex guardia giurata. La moglie, quando ha visto che non c’era più l’arma in casa, è corsa subito qui”.

I fratelli erano due brave persone a detta di vicini e conoscenti. Paura della solitudine, un dramma psicologico e il peso emotivo vissuti all’interno di quel basso nei Quartieri Spagnoli.

I due fratelli: vite semplici, legate dalla sofferenza

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Raffaele Poce aveva prestato servizio per anni come guardia giurata. Anche in pensione, continuava a occuparsi del fratello malato, Franco, ex sagrestano della storica chiesa di Santa Maria degli Angeli, nel centro di Napoli. Franco viveva da solo in condizioni di precarietà, assistito unicamente dal fratello maggiore. “Era una persona buona, ma stava molto male. Doveva anche ricoverarsi a breve”, ha dichiarato un vicino. Entrambi erano noti nel quartiere come persone riservate e rispettose, molto legate tra loro. Un legame che, secondo gli investigatori, potrebbe aver spinto Raffaele a compiere un gesto estremo, frutto di angoscia e impotenza davanti al declino del fratello.

Le indagini della Polizia e l’impatto sul quartiere

Sul luogo del ritrovamento sono accorsi gli uomini della Polizia di Stato e della scientifica, che hanno isolato la zona e raccolto i primi rilievi. Secondo quanto riferito da alcuni testimoni, intorno alle 11:30 sarebbero stati uditi distintamente colpi di pistola, sebbene nessuno abbia segnalato l’accaduto nell’immediato. Le forze dell’ordine hanno bloccato il traffico nell’area per consentire i rilievi, mentre parenti e amici si sono radunati disperati nei pressi dell’abitazione. Gli inquirenti stanno esaminando la posizione dell’arma, la traiettoria dei proiettili e la disposizione dei corpi, per verificare con certezza la dinamica dell’accaduto. Fondamentali saranno anche le testimonianze di vicini e familiari.

L’intera città si ritrova a fare i conti con una tragedia silenziosa, consumatasi nel cuore di Napoli, a poca distanza dalla collina di Monte di Dio, a Pizzofalcone. Il caso dei fratelli Poce si aggiunge a una lunga lista di episodi in cui la solitudine, la malattia e l’assenza di supporto diventano teatro di gesti estremi.

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